venerdì 29 gennaio 2021

LA CHIESA E LA NUOVA ECUMENE ECOLOGISTA. Intervento di Stefano Fontana al Convegno “Eco-globalismo, nuova religione del secolo”







Intervento al Convegno “Eco-globalismo, nuova religione del secolo”
28 gennaio 2021

[Puoi seguire l’intero convegno: QUI ]



Ogni anno, da dodici anni, l’Osservatorio Cardinale Van Thuân pubblica un Rapporto sulla Dottrina sociale della Chiesa nel mondo. Quest’anno abbiamo dedicato il Rapporto al tema dell’ambientalismo o ecologismo. Perché abbiamo scelto questa problematica per il nostro 12mo Rapporto? Vorrei soffermami brevemente su quanto ritengo essere il motivo principale di questa scelta.

Si sta formando una nuova ecumene globale che fa dell’ecologismo la propria religione civile. Ogni religione civile è a servizio del potere e serve a rendere gli uomini contenti di essere oppressi. Ogni potere ha bisogno di non mostrare il proprio volto di nudo potere e quindi adotta una religione civile che tenga uniti i cittadini per convinzione e che faccia loro credere che il potere abbia un senso. La religione civile non indebolisce il potere, lo rafforza perché lo rende accettabile a accettato.

La Chiesa cattolica ha intrapreso la strada di entrare a far parte di questa nuova ecumene e di collaborare per questa nuova religione civile ecologista globale. Su questo non ci possono essere più dubbi, se ormai i parroci, nel giorno della prima comunione, regalano ai ragazzi comunicandi una pianticella per salvaguardare il pianeta. Il rischio che la Chiesa corre però è molto alto. Rischia di uscirne con le ossa rotte. Questa è la grande preoccupazione che ci ha indotti alla redazione di questo Rapporto dedicato all’ecologismo.

L’ecumene ecologista è una nuova chiesa (Kant direbbe una chiesa morale, la le chiese solo morali diventano facilmente immorali) e l’ecologismo ecumenico è una nuova religione. Essa ha il suo dio (la Madre Terra), i suoi dogmi indiscutibili (come il riscaldamento globale prodotto dall’uomo), ha i suoi testi sacri (come i libri di Lovelock), ha i suoi fini ultimi (come gli obiettivi ONU del 2030), ha le sue Inquisizioni (come l’IPCC, il panel intergovernativo dell’ONU sui cambiamenti climatici), ha le sue parole sacre da pronunciare con reverenza come “sostenibilità”, ha i suoi sacerdoti e le sue sacerdotesse (come la giovane Greta), ha i suoi eretici (come per esempio il prof. Molion che nel nostro Rapporto nega i dogmi ambientalisti), ha i suoi strumenti di propaganda come la grande stampa e la grande TV, ha le sue catechesi impartite dagli insegnanti di religione nelle scuole di Stato in ossequio ai nuovi insegnamenti di educazione civica … alla nuova religione mancano solo due cose: i martiri e la croce, infatti essa è gradita al mondo, che per essa non prepara un Calvario, non è proscritta, anzi è essa a stendere le liste di proscrizione.

Ma cosa succede se la Chiesa cattolica entra a collaborare con questa nuova religione? prima di tutto deve rinunciare all’uso della ragione. Deve anch’essa prendere per buono il riscaldamento globale antropico e deve perfino invitare alla vaccinazione come imperativo categorico eticamente assoluto, unico modo per realizzare il Vangelo e collaborare al bene comune, nascondendo che la ragione scientifica stessa sul punto è assolutamente incerta. Su questi temi la Chiesa sta perdendo l’uso della ragione. Prende per veri i dati assolutamente improbabili circa l’esaurimento delle risorse non rinnovabili come mostra, in riferimento al petrolio, il prof. Battisti nel nostro Rapporto, prende per buoni i dati sui morti per Covid forniti dalle istituzioni, non vede che l’inquinamento maggiore è prodotto dalle società arretrate e non da quelle sviluppate, sposa ciecamente le tecnologie per le energie alternative senza considerare i costi di smaltimento, appoggia leader politici funzionali all’ecumene ecologista nonostante siano sostenitori dell’aborto universalizzato.

Come la Chiesa italiana diventa “Chiesa di Stato” e sulla questione Covid ragiona con le ragioni del governo italiano, così la Chiesa universale accetta l’assimilazione in una indistinta ecumene ecologista voluta dall’ONU.

Oltre a perdere la ragione, la Chiesa cattolica che si propone come agenzia di animazione della nuova ecumene ecologista perde anche le proprie ragioni, ossia le ragioni della fede.

Elenco in breve tre ragioni della fede cattolica che oggi sono in pericolo.

La prima è il principio della creazione del mondo di Dio dal nulla. La teologia cattolica accreditata ormai tace su questo punto, oppure lo interpreta in altro modo, come una creazione dall’interno dell’evoluzione. Così la intendono i seguaci di Teihlard de Chardin e di Karl Rahner, che oggi sono la maggior parte dei teologi. Nessun pastore ci ha invitato a pregare affinché Dio faccia terminare la pandemia da Covid, nessuno ciha invitato a riflettere spiritualmente sul suo senso nella provvidenza divina … perché Dio non opera dall’esterno ma solo dall’interno dell’evoluzione della storia. Dio opera solo con le nostre mani, con le mani di tutti.

La seconda ragione della fede è la creazione immediata dell’anima di ogni singolo uomo da parte di Dio. Anche su questo oggi la teologia tace, oppure sostiene che anche l’anima è frutto di una creazione evolutiva interna, sicché dalla materia nascerebbe lo spirito, ciò che richiede di negare il principio secondo cui il più non viene dal meno.

In terzo luogo oggi la teologia rifiuta l’idea di Dio come fine ultimo, alla cui gloria tutto è destinato e soprattutto l’uomo. Dio non si sostituisce – così si dice – ai fini umani e storici ma coincide con essi, vive in essi, si snoda e si fa valere dentro di essi.

Questi tre nuovi principi che ho elencato hanno una caratteristica comune, pongono Dio stesso, e a maggior ragione l’uomo, dentro l’evoluzione della natura e della storia. La creazione è evoluzione, l’anima è uno sviluppo della materia, il fine ultimo coincide con i fini intermedi.

Come si vede l’ingresso della Chiesa nell’ecumene ecologista globale ha alle spalle una lunga preparazione. Per questo dobbiamo essere molto preoccupati e per questo bisogna sforzarci di impostare bene il problema ecologico, fuori di ogni ecologismo.

Stefano Fontana














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