venerdì 27 novembre 2020

DISPENSA DI LITURGIA SUL TEMPO D'AVVENTO: rubriche, cerimonie e pratiche devote






27 novembre 2020

Caratteristiche generali

Il Tempo d’Avvento segna l’inizio di un nuovo anno liturgico. Esso incomincia con i Primi Vespri (anche solo commemorati) della I Domenica d’Avvento, e si conclude con l’Ufficio di Nona della Vigilia di Natale. La I Domenica d’Avvento è la Domenica che cade più vicina alla festa di S. Andrea Apostolo (30 Novembre): di conseguenza essa può capitare dal 27 Novembre al 3 Dicembre, né prima né dopo. La Vigilia di Natale è il 24 Dicembre, e non si può anticipare se cade di Domenica.

L’Avvento è un tempo di penitenza: dalla I Domenica fino al giorno di Natale incluso, uno dei precetti della Chiesa proibisce la celebrazione solenne delle nozze (non sono impedite le nozze stesse, come pensano erroneamente alcuni, ma è vietato celebrarle con pompa e solennità per rispetto all’attesa del Natale). Ciò malgrado, gli unici giorni di digiuno e astinenza di precetto sono le Quattro Tempora e la Vigilia di Natale.

Il colore liturgico de tempore dell’Avvento, cioè delle Domeniche e Ferie, è il violaceo; Il Diacono e il Suddiacono alla Messa solenne non possono usare dalmatica e tunicella, ma le pianete plicate. L’Altare non può essere ornato con fiori e l’organo non può suonare se non per sostenere il canto.

Il solo ed esclusivo giorno della III Domenica, detta Gaudete dalla prima parola dell’introito della sua Messa, le regole esposte al paragrafo precedente subiscono un’eccezione: si può facoltativamente usare il colore rosa, Diacono e Suddiacono indossano Dalmatica e Tunicella alla Messa, l’Altare si può ornare di fiori e l’organo essere suonato.

Il rito delle Domeniche è Semidoppio quanto al modo di ordinare l’Ufficio e la Messa (con qualche eccezione che si vedrà in seguito), tuttavia esse sono Domeniche Maggiori:


La I Domenica d’Avvento è una Domenica di I Classe: essa non cede nemmeno alle feste più solenni.
Le altre tre sono Domeniche di II Classe: esse cedono soltanto alle feste di rito Doppio di I Classe.



Quindi, per esempio, negli anni in cui la festa dell’Immacolata Concezione cade la II Domenica d’Avvento, la festa prevale e se ne fanno l’Ufficio e la Messa con la commemorazione della Domenica a entrami i Vespri, a Mattutino e Lodi, e alla Messa.

Le Ferie d’Avvento sono Ferie Maggiori non privilegiate, che cedono alle feste «delle nove lezioni» (quindi quelle di rito Doppio e Semidoppio) ma non a quelle di rito Semplice. Quando queste Ferie sono impedite se ne fa sempre la commemorazione a Lodi e Vespri e alla Messa. A Lodi e Vespri si usa l’Antifona al Benedictus o al Magnificat del giorno, col relativo Versetto e l’Orazione della Domenica precedente. Alla Messa si riprendono le tre Orazioni Colletta, Secreta e Postcommunio della Domenica precedente.

Durante tutto l’Avvento le Vigilie de Sanctis (per il calendario universale S. Andrea, Immacolata e S. Tommaso) sono omesse all’Ufficio e si commemorano solo alla Messa.

Dall’8 al 15 Dicembre si seguono le regole normali delle Feste Doppie di I Classe (della S. Vergine) con Ottava Comune.

Il Mercoledì, Venerdì e Sabato della III Settimana d’Avvento cadono le Quattro Tempora, che prendono il posto delle Ferie relative e hanno uguale rito al Breviario (ma Messa propria).

A partire dal 17 Dicembre si devono necessariamente interrompere tutte le Ottave particolari che potrebbero essere in corso.

La Vigilia di Natale è una Vigilia Privilegiata di I Classe che non cede a nessuna Festa. Quando essa è in occorrenza con la IV Domenica di Avvento, la Vigilia prevale sulla Domenica e se ne fanno l’Ufficio e la Messa, mentre la Domenica viene solo commemorata ai Primi Vespri, a Lodi e alla Messa. Questa Vigilia ha due particolarità assolutamente uniche: la prima è quella di avere ben due riti, Semplice a Mattutino e Doppio (di I Classe) da Lodi a Nona; la seconda quella del canto solenne del Martirologio di Natale, in cui gli Accoliti portano i ceri e il Sacerdote indossa il piviale, incensa il libro e canta l’elogium con un tono proprio, inginocchiandosi alle parole In Bethlehem Judae etc..



Al Breviario

Per tutto il tempo d’Avvento si legge, alla Scrittura occorrente del Mattutino, il Libro del Profeta Isaia, che ebbe da Dio il privilegio di profetizzare in maniera particolareggiata, con ben sette secoli di anticipo, la venuta del nostro Redentore. Si legge dalla I Domenica di Avvento fino al 23 Dicembre, con l’eccezione delle Quattro Tempora e delle eventuali feste che disponessero di lezioni proprie oppure prese dal Comune per il I Notturno (S. Andrea, l’Immacolata Concezione e S. Tommaso Apostolo nel calendario universale, ma i calendari particolari possono includerne altre).

Il Suffragio di Lodi e Vespri è abolito durante tutto il Tempo d’Avvento anche alle Feste, e verrà ripreso solo una volta terminata l’Ottava dell’Epifania, così come anche il Simbolo Atanasiano dell’Ufficio di Prima domenicale.

Le Domeniche viene omesso il Te Deum a Mattutino, che è sostituito dal IX Responsorio.

Essendo le Ferie Maggiori automaticamente Ferie di penitenza, all’Ufficio feriale vige l’obbligo di recitare le Preci Feriali a tutte le Ore da Lodi a Compieta, con lo Schema II delle Lodi (e il Mercoledì anche al III Notturno) e il quarto Salmo a Prima. Le Domeniche si dicono le Preci Domenicali a Prima e Compieta come al solito, se non si devono commemorare feste di rito Doppio o Ottave.

L’Avvento non dispone di Inni per ogni giorno della settimana: le Ore Maggiori, cioè Vespri, Mattutino e Lodi, hanno degli Inni fissi per tutto il tempo d’Avvento (tranne, ovviamente, alle Feste, le quali usano gli inni propri o quelli del Comune): Creator alme siderum a Vespri, Verbum supernum prodiens a Mattutino, En clara vox redarguit a Lodi. Le altre Ore hanno i loro soliti Inni fissi per tutto l’anno. Anche i Versetti di Vespri e Lodi sono fissi. Inoltre il Salterio fornisce due Invitatori: Regem venturum Dominum per le prime due settimane d’Avvento e Prope est jam Dominus per le ultime due, più uno particolare per la Vigilia di Natale. Al Versetto del Responsorio di Prima, anche dell’Ufficio festivo se non ce ne sono di propri, si dice Qui venturus es in mundum. La Festa e Ottava dell’Immacolata, eccetto la Domenica infra Octavam, gli Inni con metrica uguale hanno la conclusione Jesu tibi sit gloria qui natus es de Virgine, e al Responsorio di Prima il Versetto Qui natus es de Maria Virgine.

L’Antifona finale delle Ore è l’Alma Redemptoris Mater con il Versetto Angelus Domini e l’Orazione Gratiam tuam. Questa Antifona persiste fino al 2 Febbraio, ma il Versetto e l’Orazione cambiano a partire dai Primi Vespri di Natale.

L’organizzazione dell’Ufficio domenicale non presenta particolari problemi, tenendo conto di quanto detto sopra più il fatto che ogni Domenica ha il suo Proprio, composto dalle Antifone ai Salmi (per entrambi i Vespri, Lodi, Prima, Terza, Sesta e Nona), dalle Antifone al Magnificat e al Benedictus, dai Capitoli (quello unico per Vespri, Lodi e Terza, e quelli per Sesta e Nona, quest’ultimo come al solito corrispondente alla Lettura Breve di Prima); infine le Letture del Mattutino con i Responsori, e l’Orazione. Nel Salterio si trovano le Antifone per il Mattutino domenicale (specifiche per l’Avvento, da non confondere con quelle per il Tempo dopo l’Epifania), e normalmente tutti gli Inni e i Versetti.

Invece l’Ufficio feriale è un caos, il più complicato dell’intero anno liturgico. Cercando di riassumere e semplificare al massimo:


A Mattutino Invitatorio, Inno, Antifone, Salmi e Versetti sono nel Salterio, Letture e Responsori nel Proprio. Le Antifone sono le stesse che si dicono nel resto dell’anno.
A Lodi (ricordo ancora: Schema II) il Salterio presenta delle Antifone che si usano nelle prime tre settimane, e poi delle Antifone diversificate per le sei Ferie che precedono la Vigilia di Natale, nelle quali ogni giorno ha le sue Antifone proprie. I Salmi gli Inni, i Versetti e le Preci sono sempre nel Salterio. L’Antifona al Benedictus è propria del giorno, l’Orazione è quella della Domenica precedente.
A Prima, Terza, Sesta e Nona le Antifone sono organizzate per settimana e corrispondono a quelle della Domenica. Possono mancarne alcune, specialmente quelle della seconda settimana: non è un problema dato che in quel periodo cade l’Ottava dell’Immacolata, che prevale sull’Ufficio feriale. Anche in questo caso, le ultime sei Ferie prima della Vigilia di Natale hanno Antifone proprie. I Capitoli coi Responsori, i Versetti, le Preci e la Lettura Breve di Prima si trovano nel Salterio, l’Orazione è sempre quella della Domenica.
I Vespri dal Lunedì al Venerdì hanno le stesse Antifone del resto dell’anno (i Vespri del Sabato quelle domenicali). I Salmi e le Preci sono nel Salterio, l’Inno col Versetto anche, o male che vada nel Proprio o nell’Ordinario. Le Antifone al Magnificat sono proprie, tuttavia i giorni che vanno dal 17 al 23 Dicembre hanno Antifone speciali, le cosiddette Grandi Antifone conosciute anche come Antifone “O”, che a causa della loro particolare importanza vanno sempre raddoppiate.
Compieta è l’unica Ora Canonica che non subisce variazioni nel corso dell’anno. Semplicemente bisogna ricordarsi che le Preci, essendo Feriali, vanno recitate in ginocchio.



Per l’Ufficio festivo ci si regola come sempre, utilizzando le Antifone del Salterio che sono denominate per annum e lo Schema I delle Lodi, oppure quelle del Proprio o del Comune secondo il caso.

Il 21 c’è l’Antifona Nolite timere, che si dice o per la commemorazione della Feria nella Festa di San Tommaso, o, se è Domenica, come Antifona al Benedictus. Il 23 c’è l’Antifona al Benedictus Ecce completa sunt. La Vigilia di Natale ha Antifone e Salmi del Salterio a Mattutino, e nelle restanti Ore Salmi festivi e il resto proprio.



Al Messale

L’Avvento ha solo otto Messe proprie: cioè per le quattro Domeniche, i tre giorni delle Quattro Tempora, e la Vigilia di Natale. Nelle Ferie si riprende dunque la Messa domenicale, se non si vogliono celebrare Messe Votive o di Requiem; tuttavia a partire dal 17 Dicembre le Messe Votive comuni e quelle quotidiane di Requiem sono proibite (come anche alle Quattro Tempora e Vigilie de Sanctis). Ma le Messe Votive pro re gravi et publica simul causa sono comunque permesse, a eccezione della I Domenica d’Avvento e della Vigilia di Natale, e le Messe lette da Requiem per i giorni privilegiati (morte, funerale, 3°, 7° e 30° giorno, anniversario) lo sono altrettanto ma a eccezione anche delle altre Domeniche.

In tutte le Messe de tempore il Gloria in excelsis è soppresso, di conseguenza alla fine della Messa si dice Benedicamus Domino invece che Ite Missa est. Alla Messa feriale che riprende quella della Domenica si omette l’Alleluja.

Sia nelle Messe de tempore, che in quelle de Sanctis di rito Semidoppio, le Orazioni pro diversitate Temporum assignatae sono così regolate: la prima (dopo quelle della Messa e delle commemorazioni) è della Beata Vergine Deus qui de Beatae Mariae, la seconda quando viene recitata è quella contro i persecutori della Chiesa Ecclesiae tuae oppure per il Papa Deus omnium fidelium. Se la Messa è offerta in onore della Beata Vergine, o se la Beata Vergine è commemorata, o ancora se si tratta della Messa Votiva di Ognissanti, la prima orazione viene sostituita con quella dello Spirito Santo Deus qui corda fidelium.

Il Prefazio domenicale è di per sé quello della SS. Trinità, quello feriale è il Prefazio Comune; chi usufruisce dei Prefazi propri di Francia vi troverà però lo speciale Prefazio di Avvento da usare sia le Domeniche che le ferie e le Feste non aventi Prefazio proprio.

Per Santa Maria in Sabato e le Messe Votive de Beata si usa la Messa I Rorate coeli.

Le Messe delle Quattro Tempora seguono le loro regole normali: il Mercoledì si aggiunge una Profezia e il Sabato cinque, dotate sempre di Graduali e Orazioni.



All’Antifonale e al Graduale

Negli Uffici de tempore gli Inni e i Responsori delle Ore Minori seguono un tono proprio. Le Domeniche la Messa si canta col Kyriale XVII (che corrisponde, nell’Ufficio, al tono VIII del Benedicamus Domino); nelle Ferie la Messa ha il Kyriale XVIII (nell’Ufficio Benedicamus Domino col tono VII).




Al Caeremoniale Episcoporum



L’Avvento essendo come già detto un tempo di penitenza, i Prelati non regolari indossano l’abito corale penitenziale, nero per i Prelati inferiori e i Vescovi, e violaceo per i Cardinali, conservando ovviamente lo zucchetto, la berretta e il galero propri della loro dignità. Si eccettua la Festa dell’Immacolata, in cui si usa l’abito normale. Agli Uffici e Messe Pontificali de tempore si usa la mitria aurifregiata, ma la Domenica Gaudete e alle Feste la mitria preziosa. I paramenti non si indossano in sacrestia ma al Trono o al Faldistorio; il Suddiacono canta l’Epistola senza pianeta plicata, così il Diacono per il Vangelo, sostituendo anche la stola normale con la stola latior (la Domenica Gaudete si seguono invece le regole normali).



Pratiche

La più conosciuta è quella della Corona d’Avvento, una corona vegetale o floreale al cui centro stanno quattro ceroni, tre violacei e uno rosa, che si accendono progressivamente ognuno a ciascuna Domenica, e si possono tenere accesi tutti i giorni per la Messa, i Vespri o la Novena, fino alla Vigilia di Natale inclusa. La si colloca presso l'Altar Maggiore (e mai su di esso come fanno certuni!!).

Una pratica liturgica bellissima è quella della Messa Rorate. Vale a dire che si celebra l’omonima Messa, o per Santa Maria in Sabato o semplicemente come Votiva, prima dell’alba, quando il cielo è ancora scuro, alla luce delle sole candele dell’altare, che eccezionalmente possono essere aumentate di numero senza limiti, dato che il Sacerdote ne ha bisogno per leggere bene il Messale.

Prima della Divino Afflatu il Breviario indicava espressamente l’obbligo, per chi cantava l’Ufficio in coro, di recitare l’Ufficio dei Defunti tutti i lunedì d’Avvento in cui non ci fosse una Festa delle nove lezioni; chi non era tenuto all’Ufficio corale era solo invitato a farlo facoltativamente. Pur essendo stati soppressi quest’obbligo e questa indicazione, nulla vieta che si possa continuare a praticarla.

In Italia è molto sentita la tradizione della Novena di Natale, dal 16 al 24 Dicembre, che può essere cantata anche solennemente, col Sacerdote in piviale violaceo, Diacono e Suddiacono in pianete plicate (paramenti rosa la III Domenica d’Avvento, con Diacono e Suddiacono in dalmatica e tunicella; se la Novena viene cantata davanti al SS. Sacramento esposto i paramenti sono bianchi). Al Magnificat si incensano l’Altare, il celebrante, il Clero e i fedeli; o in caso di esposizione solo il SS. e l’Altare.

Esiste anche una melodia gregoriana per la Novena all’Immacolata Concezione, dal 30 Novembre al 7 Dicembre, cui può seguire l’esposizione del SS. Sacramento. La sua struttura è molto simile a quella di Natale e penso si possa officiare allo stesso modo.

Infine, esiste un'Antifona su San Gregorio Magno che si può cantare alla Messa della I Domenica d'Avvento prima dell'Introito, in riferimento all'inizio dell'anno liturgico e al fatto che San Gregorio ha organizzato il canto gregoriano, che da lui prende il nome. Purtroppo l'ho sentita una volta sola e non ne ho lo spartito.




Per ulteriori dettagli sulle rubriche dell'Avvento: L. Stercky, Manuel de liturgie et Cérémonial selon le Rit Romain, Paris Lecoffre 1935, Tomo II, pag. 211-220.

Per le Funzioni Episopali in Avvento: Id., Les Fonctions Pontificales selon le Rit Romain, Paris Lecoffre 1932, Tomo II, pag. 1-3.




Dall'Anno Liturgico di Dom Guéranger sul Tempo d'Avvento:


Storia dell'Avvento: https://sensusfidelium.us/italiano/lanno-liturgico-di-dom-prosper-gueranger/avvento-lannoliturgico-di-dom-prosper-gueranger/capitoloi-storia-dellavvento/
Mistica dell'Avvento: https://sensusfidelium.us/italiano/lanno-liturgico-di-dom-prosper-gueranger/avvento-lannoliturgico-di-dom-prosper-gueranger/capitolo-ii-mistica-dellavvento/
Pratica dell'Avvento: https://sensusfidelium.us/italiano/lanno-liturgico-di-dom-prosper-gueranger/avvento-lannoliturgico-di-dom-prosper-gueranger/capitoloiii-pratica-dellavvento/





By Il Castigamatti
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