Pubblichiamo ampi stralci dell’articolo L’Immacolata, la risposta di Pio IX alla modernità “senza macchia” di Stefano Fontana su La Bussola Mensile di dicembre.
di Stefano Fontana, 9 dicembre 2024
Quella dell’8 dicembre è una grande solennità per la Chiesa. In essa si celebra il concepimento immacolato di Maria Santissima; nell’assenza di peccato della Madre di Dio la Provvidenza ci mostra realisticamente l’umanità redenta. La proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione fu fatta da Pio IX l’8 dicembre 1854 tramite la bolla Ineffabilis Deus che affermava: «Dichiariamo, pronunciamo e definiamo rivelata da Dio la dottrina che sostiene che la Beatissima Vergine Maria, sin dal primo istante del concepimento, per singolare grazia e privilegio di Dio e in vista dei meriti di Gesù Cristo salvatore del genere umano, sia stata preservata immune da ogni macchia di peccato originale, e ciò deve pertanto essere oggetto di fede certa e immutabile per tutti i fedeli». (…)
La proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione di Maria Santissima ha certamente una enorme rilevanza dal punto di vista della fede cattolica e un significato profondamente religioso, ma deve essere anche considerata nei suoi effetti sociali e politici. La Dottrina sociale della Chiesa, che proprio in quei decenni riceveva la sua formulazione moderna e veniva rilanciata, ha un vero e proprio “carattere mariano”. La Ineffabilis Deus è anche una risposta alle ideologie perverse della modernità, una risposta come solo la Chiesa sa e può fare, ossia in modo dogmatico. Infatti, nella storia del movimento cattolico l’8 dicembre era l’occasione per gli appartenenti all’Azione Cattolica di pronunciare solennemente davanti all’Altare il loro giuramento di impegno cattolico nella società e nella politica.
Se torniamo con la mente all’anno 1854 e cerchiamo di ricostruire le minacce di allora alla società umana e alla Chiesa, possiamo comprendere questo particolare significato del dogma dell’Immacolata Concezione. Da quando Rousseau aveva decretato che l’uomo nasce buono e libero mentre è la società che lo perverte e lo mette in catene, il peccato venne cancellato da ogni considerazione di carattere politico e la salvezza degli uomini fu affidata a riforme o a rivoluzioni. La filosofia politica moderna, sfociata poi nella Rivoluzione francese e nei moti rivoluzionari ottocenteschi, abolisce il peccato originale e la stessa idea di peccato e non ritiene più di avere bisogno del Figlio di Dio incarnato, morto e risorto, per conseguire la salvezza.
In quell’anno 1854 erano da poco avvenuti i moti del ’48, Marx aveva pubblicato il Manifesto del Partito comunista, proponendo una salvezza terrena portata dalla classe proletaria, nuova salvatrice dell’umanità, Ernest Renan aveva scritto proprio in quegli anni L’avvenire della scienza, ossia il manifesto della liberazione da ogni male grazie allo sviluppo scientifico, Auguste Comte, che morirà qualche anno dopo nel 1857, aveva prefigurato un progresso storico che sarebbe confluito in una nuova religione dell’umanità fondata sul sapere scientifico che avrebbe eliminato tutte le precedenti illusioni religiose e filosofiche perché gli uomini si sarebbero finalmente attenuti ai soli fatti, l’anarchismo di Bakunin predicava la eliminazione di ogni autorità familiare, politica o religiosa. Tutte queste ideologie che diedero vita a movimenti storici lavoravano alacremente per eliminare Dio dalla pubblica piazza. (…)
La Chiesa rispose su molti piani ad un attacco così articolato e profondo. Ma il principale di questi piani rimane quello del dogma. Davanti al mondo che peccava di superbia ritenendo di potersi salvare da solo mentre con ciò si condannava ad una atroce perdizione, la Chiesa proclamò l’Immacolata Concezione, con cui rammentava al mondo che l’origine di tutti i mali sociali e politici era il peccato, che le ingiustizie sociali non erano la causa prima delle difficoltà come la rivoluzione politica non ne era la soluzione, che le autorità devono la loro legittimazione da Dio e, davanti all’abiura della società contemporanea, non proponeva soluzioni umane ma divine. In Maria Santissima Dio aveva proclamato la propria provvidente grandezza, aveva indicato nel peccato l’origine di tutti i mali, aveva dichiarato che senza la religione cattolica e senza la Chiesa la comunità umana non poteva fare altro che condannarsi. La rinascita della Dottrina sociale della Chiesa con Leone XIII è figlia della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione da parte di Pio IX. (…)
Ribadendo dogmaticamente l’inconciliabilità tra Dio e il peccato del mondo, Pio IX ribadiva che il fine principale del mondo e della storia non è la celebrazione del progresso umano ma è la gloria di Dio. Questo insegnamento è molto attuale anche oggi, dato che assistiamo ad una progressiva secolarizzazione della Dottrina sociale della Chiesa. A riprova che questo era il messaggio contenuto nel dogma proclamato nel 1854, ricordo che la proclamazione dell’Immacolata Concezione va collegata storicamente con l’enciclica Quanta cura e con il Sillabo, nonché con l’apertura del Concilio Vaticano I. Tutti gli avvenimenti ora ricordati sono avvenuti in data 8 dicembre: nel 1854 la proclamazione del dogma, nel 1864 la Quanta cura e il Sillabo e nel 1870 il Concilio. Tutti insieme esprimono la risposta di Pio IX al peccato moderno.
La proclamazione di un dogma ha sempre enormi effetti non solo spirituali ma anche storici, sociali e politici. (…) Spesso si pensa che la Chiesa partecipi alla storia con il suo attivismo sociale o con le sue improvvisazioni pastorali, mentre essa ha plasmato la civiltà con i propri dogmi, definiti nei suoi Concili ecumenici e nelle definizioni del magistero. A titolo di esempio, ricordiamo la condanna dell’arianesimo e la definizione della natura umana e divina di Cristo contro la gnosi. Con questa lotta dogmatica la Chiesa ha preservato l’umanità dalle catastrofi del catarismo non solo medievale ma di tutti i tempi, ossia, tra l’altro, dal rifiuto del matrimonio e della procreazione: se il catarismo avesse avuto la meglio l’umanità si sarebbe estinta. Oggi l’ideologia gender è ancora figlia del catarismo gnostico, per cui il corpo è uno strumento e l’omosessualismo celebra una sessualità sterile, secondo quegli stessi dettami. Si rimane molto colpiti dal fatto che oggi la Chiesa, davanti ai nuovi problemi dell’umanità, pensi ad istituire commissioni e ad organizzare convegni, oppure si metta a progettare nuovi piani pastorali, mentre un tempo essa proclamava dogmi. (…)
La proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione di Maria Santissima ha certamente una enorme rilevanza dal punto di vista della fede cattolica e un significato profondamente religioso, ma deve essere anche considerata nei suoi effetti sociali e politici. La Dottrina sociale della Chiesa, che proprio in quei decenni riceveva la sua formulazione moderna e veniva rilanciata, ha un vero e proprio “carattere mariano”. La Ineffabilis Deus è anche una risposta alle ideologie perverse della modernità, una risposta come solo la Chiesa sa e può fare, ossia in modo dogmatico. Infatti, nella storia del movimento cattolico l’8 dicembre era l’occasione per gli appartenenti all’Azione Cattolica di pronunciare solennemente davanti all’Altare il loro giuramento di impegno cattolico nella società e nella politica.
Se torniamo con la mente all’anno 1854 e cerchiamo di ricostruire le minacce di allora alla società umana e alla Chiesa, possiamo comprendere questo particolare significato del dogma dell’Immacolata Concezione. Da quando Rousseau aveva decretato che l’uomo nasce buono e libero mentre è la società che lo perverte e lo mette in catene, il peccato venne cancellato da ogni considerazione di carattere politico e la salvezza degli uomini fu affidata a riforme o a rivoluzioni. La filosofia politica moderna, sfociata poi nella Rivoluzione francese e nei moti rivoluzionari ottocenteschi, abolisce il peccato originale e la stessa idea di peccato e non ritiene più di avere bisogno del Figlio di Dio incarnato, morto e risorto, per conseguire la salvezza.
In quell’anno 1854 erano da poco avvenuti i moti del ’48, Marx aveva pubblicato il Manifesto del Partito comunista, proponendo una salvezza terrena portata dalla classe proletaria, nuova salvatrice dell’umanità, Ernest Renan aveva scritto proprio in quegli anni L’avvenire della scienza, ossia il manifesto della liberazione da ogni male grazie allo sviluppo scientifico, Auguste Comte, che morirà qualche anno dopo nel 1857, aveva prefigurato un progresso storico che sarebbe confluito in una nuova religione dell’umanità fondata sul sapere scientifico che avrebbe eliminato tutte le precedenti illusioni religiose e filosofiche perché gli uomini si sarebbero finalmente attenuti ai soli fatti, l’anarchismo di Bakunin predicava la eliminazione di ogni autorità familiare, politica o religiosa. Tutte queste ideologie che diedero vita a movimenti storici lavoravano alacremente per eliminare Dio dalla pubblica piazza. (…)
La Chiesa rispose su molti piani ad un attacco così articolato e profondo. Ma il principale di questi piani rimane quello del dogma. Davanti al mondo che peccava di superbia ritenendo di potersi salvare da solo mentre con ciò si condannava ad una atroce perdizione, la Chiesa proclamò l’Immacolata Concezione, con cui rammentava al mondo che l’origine di tutti i mali sociali e politici era il peccato, che le ingiustizie sociali non erano la causa prima delle difficoltà come la rivoluzione politica non ne era la soluzione, che le autorità devono la loro legittimazione da Dio e, davanti all’abiura della società contemporanea, non proponeva soluzioni umane ma divine. In Maria Santissima Dio aveva proclamato la propria provvidente grandezza, aveva indicato nel peccato l’origine di tutti i mali, aveva dichiarato che senza la religione cattolica e senza la Chiesa la comunità umana non poteva fare altro che condannarsi. La rinascita della Dottrina sociale della Chiesa con Leone XIII è figlia della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione da parte di Pio IX. (…)
Ribadendo dogmaticamente l’inconciliabilità tra Dio e il peccato del mondo, Pio IX ribadiva che il fine principale del mondo e della storia non è la celebrazione del progresso umano ma è la gloria di Dio. Questo insegnamento è molto attuale anche oggi, dato che assistiamo ad una progressiva secolarizzazione della Dottrina sociale della Chiesa. A riprova che questo era il messaggio contenuto nel dogma proclamato nel 1854, ricordo che la proclamazione dell’Immacolata Concezione va collegata storicamente con l’enciclica Quanta cura e con il Sillabo, nonché con l’apertura del Concilio Vaticano I. Tutti gli avvenimenti ora ricordati sono avvenuti in data 8 dicembre: nel 1854 la proclamazione del dogma, nel 1864 la Quanta cura e il Sillabo e nel 1870 il Concilio. Tutti insieme esprimono la risposta di Pio IX al peccato moderno.
La proclamazione di un dogma ha sempre enormi effetti non solo spirituali ma anche storici, sociali e politici. (…) Spesso si pensa che la Chiesa partecipi alla storia con il suo attivismo sociale o con le sue improvvisazioni pastorali, mentre essa ha plasmato la civiltà con i propri dogmi, definiti nei suoi Concili ecumenici e nelle definizioni del magistero. A titolo di esempio, ricordiamo la condanna dell’arianesimo e la definizione della natura umana e divina di Cristo contro la gnosi. Con questa lotta dogmatica la Chiesa ha preservato l’umanità dalle catastrofi del catarismo non solo medievale ma di tutti i tempi, ossia, tra l’altro, dal rifiuto del matrimonio e della procreazione: se il catarismo avesse avuto la meglio l’umanità si sarebbe estinta. Oggi l’ideologia gender è ancora figlia del catarismo gnostico, per cui il corpo è uno strumento e l’omosessualismo celebra una sessualità sterile, secondo quegli stessi dettami. Si rimane molto colpiti dal fatto che oggi la Chiesa, davanti ai nuovi problemi dell’umanità, pensi ad istituire commissioni e ad organizzare convegni, oppure si metta a progettare nuovi piani pastorali, mentre un tempo essa proclamava dogmi. (…)
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