a cura di Mauro Faverzani
Intervista
rilasciata da Virginia Coda Nunziante, portavoce della Marcia per la Vita 2013,
a Cultura Cattolica e Corrispondenza Romana.
La
Marcia per la Vita è ormai diventata un importante appuntamento annuale per il
mondo pro-life italiano. Che cosa vi proponete?
La Marcia per la Vita
è innanzitutto un momento di incontro pubblico di tutte le associazioni, gruppi,
famiglie, singoli individui che costituisce la vasta e variegata realtà pro-life
in Italia.
Non si tratta solo di conoscersi e di passare una giornata insieme per
affermare il diritto alla vita in un’atmosfera di amicizia e collaborazione. Non
è solo una festa per la Vita. Si tratta anche e soprattutto di esprimere la
nostra protesta contro l’uccisione degli innocenti, che in Italia è stata
legalizzata dalla legge 194 del 22 maggio 1978. Il nostro rifiuto dell’aborto, e
della legge che lo legalizza, è totale, senza eccezioni e senza compromessi.
Questo è il principale denominatore comune di chi si ritroverà a Roma il
prossimo 12 maggio.
Quali sono i vostri rapporti con il mondo cattolico e con la Conferenza
Episcopale Italiana?
La Marcia per la Vita non è un’iniziativa “ecclesiale”, ma come tutte le
altre marce di questo genere nel mondo (Washington, Parigi, Bruxelles, Madrid
etc.) nasce da un’iniziativa spontanea ed autonoma di laici cattolici ai quali
il diritto canonico attribuisce ampia autonomia nel campo temporale. E’ molto
importante mantenere questo carattere di indipendenza dalle autorità
ecclesiastiche: i nemici della vita usano qualsiasi pretesto pur di attaccare il
nostro messaggio. È bene che i vescovi diano ai fedeli indicazioni chiare nel
campo della fede e della morale – e l’aborto rientra in questo campo – senza
intervenire in prima persona nelle scelte politiche od operative. Ovviamente
questo non contrasta con l’adesione e l’incoraggiamento che lo scorso anno molti
vescovi e cardinali, anche tra i più autorevoli, hanno dato alla nostra
iniziativa. Anche quest’anno abbiamo già ricevuto importati adesioni di prelati
da tutto il Paese.
Lei ha sottolineato l’indipendenza della Marcia per la Vita, ma
possiamo considerarla, in senso più ampio, come un’iniziativa
“cattolica”?
Il Comitato che organizza la Marcia per la Vita è composto da cattolici, ed è
logico che sia così. L’Italia è un Paese cattolico e dal cattolicesimo attinge
le sue migliori energie spirituali e morali. Il nostro appello alla difesa della
vita non si rivolge però solo ai cattolici, ma a tutti coloro che riconoscono
l’esistenza di una legge naturale, scritta nel cuore di ogni uomo, che proibisce
l’uccisione dell’innocente. L’aborto non viola solo la morale cattolica, ma la
legge naturale, valida per ogni uomo, in ogni epoca e sotto ogni latitudine.
Questo spiega come lo scorso anno abbiamo registrato la partecipazione di
cittadini italiani evangelici, ortodossi e buddisti, ma anche dichiaratamente
atei. La Marcia per nostra scelta si conclude a Castel S. Angelo e non a S.
Pietro, proprio per sottolineare il carattere non confessionale dell’iniziativa,
aperta a tutti gli uomini di buona volontà.
Qualcuno vi ha accusato di avere interessi politici.
Vale per i partiti politici quanto abbiamo detto per le gerarchie
ecclesiastiche. L’aborto è un tema etico che ha una chiara proiezione politica
ed è anche sul piano politico che vogliamo incidere, lottando per abolire la
194. La nostra iniziativa però è rigorosamente apartitica. Sul nostro sito
leggerà che la “Marcia per la Vita” è aperta a tutti, senza preclusioni
di ordine politico o religioso; siamo ben lieti della partecipazione di uomini
politici, ma a titolo personale; non sono ammessi però striscioni, simboli o
slogan politici. L’altro anno intervenne il sindaco di Roma Gianni Alemanno, ma
fu una presenza istituzionale e non politica, dovuta alla prima autorità della
Città in cui si svolgeva la Marcia.Consideriamo la nostra autonomia da ogni
indebita pressione un bene da tutelare.
Il successo dello scorso anno non vi spinge a creare un nuovo Movimento
per la Vita in Italia?
Non abbiamo assolutamente questa intenzione. In Italia esiste da oltre 30
anni un Movimento per la Vita e ci auguriamo che continui ad esistere, anche
perché in esso abbiamo tanti amici e collaboratori; auspichiamo però che sia
meglio compresa la necessità di grandi manifestazioni pubbliche in difesa della
vita. Noi siamo nati proprio per supplire a questa lacuna del mondo pro-life
italiano, ma vogliamo limitarci alla organizzazione periodica di queste
manifestazioni: dalla netta denuncia pubblica verrà lo spostamento culturale e
da questo il mutamento legislativo per la vita. E’ per questo che la nostra
struttura giuridica è quella di un Comitato e non di un’associazione. Esistiamo
in funzione dell’evento concreto che organizziamo, ma lasciamo ad altri amici il
compito di sviluppare con altre iniziative la difesa per la vita in Italia.
Ci sono state delle ricadute dopo la Marcia dell’anno
scorso?
Sì, e vorrei ricordarne principalmente due: la nascita della rivista “Pro
life News” ad opera di Antonello Brandi, un mensile tutto dedicato alla difesa
della vita; e la costituzione dei “Giuristi per la Vita”, un gruppo di validi
avvocati e giuristi che offrono il loro impegno gratuitamente, fondati e
presieduti dall’avv. Gianfranco Amato.
In che modo vi si può aiutare?
In primo luogo partecipando alla Marcia per la Vita e diffondendone la
conoscenza, E poi, come è scritto sul nostro sito: con la
preghiera, che smuove le montagne (1 Cor. 13, 2) e vince
ogni difficoltà; con la costituzione, in ogni città italiana,
di centri locali che ci aiutino sul piano organizzativo; con il
sostegno economico che può moltiplicare le nostre possibilità.
Sito: www.marciaperlavita.it;
Email: info@marciaperlavita.it;
Tel.: 06-3233370 – 06-3220291
Corrispondenza Romana
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