Benedetto Rocchi, professore di economia all’Università di Firenze, ha elaborato i dati Istat disponibili per calcolare quanti bimbi con la sindrome di Down vengono uccisi dalla legge 194, e ne ha scritto nel numero di Febbraio di Notizie Pro Vita. Qui pubblichiamo un abstract dell’indagine da lui condotta.
Vi sembrano pochi?
In Italia nel 2009 un numero compreso tra 799 a 1309 bambini sono stati abortiti perché era stata loro diagnosticata la sindrome di Down. Con ogni probabilità il valore è superiore a 1100.
Qualcuno potrebbe dire: dopo tutto nascono più di mezzo milione di bambini ogni anno in Italia, si tratta di piccoli numeri, perché tutta questa enfasi, tanti calcoli complicati per arrivare ad un numero?
Una prima risposta potrebbe essere: provate a radunare 1100 persone su un prato e a fotografarle: vi sembrano poche?
Si potrebbe inoltre dire: fosse anche solo uno il bimbo che viene soppresso semplicemente perché è affetto da una sindrome sarebbe già troppo. In una società umana, in un paese civile le persone che hanno qualche difficoltà si aiutano non si sopprimono.
Per quanto riguarda i calcoli, poi, sono necessari perché questa nostra Italia “avanzata”, che come in tutti i paesi sviluppati con la statistica pensa di poter tenere sotto controllo i fenomeni sociali e pianificare tutto, mostra una strana amnesia riguardo a questi suoi figli la cui sola colpa è di avere una alterazione nei cromosomi. Non esistono rilevazioni complete di quanti ne nascano e addirittura dove si fanno gli studi per “monitorare” la “malattia” si dimentica di registrare oltre la metà dei casi. I bambini con la sindrome di Down letteralmente vengono inghiottiti da una terribile macchina sanitaria fa letteralmente sparire la loro esistenza tra diagnosi prenatali, richieste, autorizzazioni e aborti. E i pochi che nascono (circa un terzo, come abbiamo visto) vengono spesso dimenticati da un sistema assistenziale poco propenso ad aiutare le loro famiglie.
Il caso dei bambini affetti con la sindrome di Down è infine emblematico della mentalità eugenetica diffusa nella nostra società cosiddetta democratica. Una mentalità che colpisce anche tanti altri bambini affetti da altre “malattie” e disabilità. In tutti i casi (non solo nel caso dei bambini con la sindrome di Down) il vero “problema” che si intende risolvere con l’uccisione del bambino concepito è un problema dei genitori, degli adulti e non un problema dei bambini. Le persone affette dalla sindrome di Down, quando vengono accolte con amore, circondate da affetto e amicizia, aiutate nei loro bisogni, vivere una vita piena, donando e ricevendo amore.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità “molte persone con Sindrome di Down possono raggiungere un buon livello di autonomia personale. Altre, hanno bisogno di maggiore sostegno. I giovani e gli adulti con Sindrome di Down possono apprendere un mestiere e impegnarsi con responsabilità” Provate a togliere le parole “Sindrome di Down” dal testo citato: non vi sembra che la frase descriva semplicemente persone che devono affrontare, come tutti, la vita?
http://www.prolifenews.it/voce-della-scienza/una-stima-dei-bimbi-con-sindrome-di-down-abortiti-in-italia-nel-2009/
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