di Cristina Siccardi
Maria Santissima, Madre del
Salvatore, è la beata fra tutte le donne e san Giuseppe è certamente il beato
fra tutti gli uomini: venne scelto da Dio per essere sposo della Vergine e padre
putativo del Messia. Le sue responsabilità furono immense e le adempì
santamente. Di san Giuseppe si hanno scarse notizie, quelle che hanno trasmesso
gli evangelisti Matteo e Luca, ma sono sufficienti per spiegare la sua
grandezza. Egli era nobile di stirpe (discendeva da Re Davide), ma fu umilissimo
nello stile di vita.
Lo straordinario evento della divina maternità di Maria sconvolse la
sua esistenza: fu avvertito dall’angelo dopo la sofferta decisione di non
ripudiarla e divenne uomo di perfetta fede: «Giuseppe, figlio di
Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è
generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo
chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto
questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo
del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà
chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi». Destatosi dal sonno,
Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua
sposa, la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, «che egli
chiamò Gesù» (Mt. 1, 18-25).
San Giuseppe fu il premuroso custode della Madre di Dio e fu il
devoto custode del Re dei re. I suoi sacrifici esprimono plasticamente
il punto a cui arrivò il suo amore per la Trinità e per la Regina degli angeli e
dei santi. Egli fu il garante dell’incolumità della Vergine: mistero
preannunciato dai profeti che va al di là dell’umana ragione. E la bellezza di
ciò che avvenne grazie anche al «sì» di Giuseppe è prefigurazione della
vita in Paradiso.
Nel 1621 Gregorio XV dichiarò di precetto la festività liturgica del
19 marzo e il beato Pio IX lo elesse patrono della Chiesa Universale. I
Sommi Pontefici successivi arricchirono san Giuseppe di altri titoli, istituendo
una seconda commemorazione al 1° maggio, legata al suo lavoro di artigiano, dove
l’abilità manuale si intreccia all’arte del legno. Di lui la Tradizione afferma:
«Delizia degli Angeli, terrore dell’inferno, onore dei giusti». Affermava
santa Teresa d’Avila: «Per la grande esperienza che ho dei favori di san
Giuseppe, vorrei che tutti si persuadessero ad essergli devoti. Non ho
conosciuta persona che gli sia veramente devota e gli renda qualche particolare
servizio senza far progressi in virtù. Egli aiuta moltissimo chi si raccomanda a
lui. E già da vari anni che nel giorno della sua festa io gli chiedo qualche
grazia e sempre mi sono vista esaudita». Di dignità superiore a tutti gli
altri santi, san Giuseppe è uomo di preghiera e di azione, di silenzio e di
tenacia, di coraggio e di obbedienza, di legge e di pazienza: si reca a Betlemme
per il censimento, assiste Maria nella Notte Santa, accoglie i pastori e i re
Magi, conduce in salvo la Sposa e il Bambino per sottrarlo alla ferocia di
Erode… per poi ritirarsi nella laboriosa quiete della Casa di Nazareth,
garantendo il sostentamento della Sacra Famiglia con il sudore della propria
fronte.
La Chiesa insegna che san Giuseppe, modello sia dei consacrati che
dei padri di famiglia, ha una potenza di intercessione senza eguali sui Cuori di
Gesù e di Maria; inoltre egli, che spirò nella dolce compagnia della
Vergine Santissima e di Gesù, è il patrono dei moribondi, la speranza degli
infermi ed è in grado di allontanare gli agonizzanti dagli attacchi di Satana.
San Giuseppe nutrì, tutelò e difese la sua Famiglia, così come nutre, tutela e
difende la Santa Chiesa Universale. A lui, dunque, in prossimità della sua
festa, giunga la nostra supplica, affinché la tempesta “moderna” che si è
abbattuta sulla Chiesa cessi la sua luciferina azione.
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