La riflessione di Benedetto XVI nel corso della celebrazione della Messa a conclusione dell'inontro con gli ex allievi a Castel Gandolfo
Redazione"La Chiesa deve evitare il ''trionfalismo'' che nasce quando ''elementi umani si aggiungono'' a quanto donato da Dio, e la ''presunzione'' che nasce dal dire''ho la verita''', perchè è ''la verità che ci possiede, è qualcosa di vivente''.
Sono queste alcune delle profonde considerazione che papa Ratzinger, ha detto stamane nella celebrazione della messa a conclusione dell'incontro con i suoi ex-allievi. Il tema dell'incontro di quest'anno è stato ''Risultati e domande ecumenici nel dialogo con il luteranesimo e l'anglicanesimo''.
Nella Chiesa, ha messo in guardia Ratzinger, ''elementi umani si aggiungono e conducono o alla presunzione, al cosiddetto trionfalismo che vanta se stesso invece di dare la lode a Dio, o al vincolo, che bisogna togliere, spezzare e schiacciare''.
''Che dobbiamo fare? - si è chiesto il pontefice - Che dobbiamo dire? Penso che ci troviamo proprio in questa fase, in cui vediamo nella Chiesa solo ciò che è fatto da se stessi, e ci viene guastata la gioia della fede; che non crediamo più e non osiamo più dire: Egli ci ha indicato chi è la verità, che cos'è la verità, ci ha mostrato che cos'è l'uomo, ci ha donato la giustizia della vita retta. Noi siamo preoccupati di lodare solo noi stessi, e temiamo di farci legare da regolamenti che ci ostacolano nella libertà e nella novità della vita''.
Spesso, oggi, chi parla di verità viene accusato di intolleranza, ha osservato il pontefice: ''L'idea di verità e di intolleranza oggi sono quasi completamente fuse tra di loro, e cosiì non osiamo più credere affatto alla verità o parlare della verità. Sembra essere lontana, sembra qualcosa a cui è meglio non fare ricorso''.
Eppure, ha osservato ancora il pontefice, chi obietta che ''nessuno può avere a verità''' ha ragione: ''E' la verità che ci possiede, è qualcosa di vivente! Noi non siamo suoi possessori, bensiì siamo afferrati da lei. Solo se ci lasciamo guidare e muovere da lei, rimaniamo in lei, solo se siamo, con lei e in lei, pellegrini della verità, allora è in noi e per noi''.
''Penso - ha concluso - che dobbiamo imparare di nuovo questo 'non-avere-la-verita''. Come nessuno puo' dire: ho dei figli - non sono un nostro possesso, sono un dono, e come dono di Dio ci sono dati per un compito - così non possiamo dire: ho la verità, ma la verità è venuta verso di noi e ci spinge.
Dobbiamo imparare a farci muovere da lei, a farci condurre da lei. E allora brillerà di nuovo: se essa stessa ci conduce e ci compenetra''.
Vatican Insider 4 settembre 2012
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