domenica 21 ottobre 2012

LITURGIA CREATIVA: ABUSI LITURGICI E DIRITTI DI DIO





Intervista di Michela Conficconi a don Nicola Bux




Prendere di propria iniziativa, senza la mediazione del ministro, l’Eucaristia dall’altare; dare i sacramenti a chi non è in condizione di riceverli; scegliere se indossare o meno la stola; introdurre musiche prive degli elementi testuali e melodici necessari. Sono alcuni dei numerosi abusi liturigici che le nostre Messe devono quotidianamente sopportare a causa di una maldestra interpretazione del Concilio.

Dell’argomento si occuperà l’incontro promosso dall’associazione culturale “Catholica Spes” venerdì 26 ottobre alle ore 21 al teatro Guardassoni a Bologna: “Liturgia creativa: abusi liturgici e diritti di Dio. Un approfondimento per andare a Messa e non perdere la fede”. 
Intervengono don Riccardo Pane, cerimoniere arcivescovile e autore del libro “Liturgia creativa”; Daniele Nigro, autore di un volume sul tema; e don Nicola Bux dell’Istituto Ecumenico di Bari, consultore delle Congregazioni per la Dottrina della Fede e per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti.


“Si tratta di un fenomeno tristemente diffuso – spiega don Bux – Tanto che Benedetto XVI più volte è ritornato sull’argomento. Ognuno, preti e laici, si sente autorizzato a “costruirsi” la liturgia a suo piacimento, con la scusa di adattarla alla mutata sensibilità della società e al contesto in cui ci si trova. Ci si dimentica che la liturgia è invece sacra, in quanto la riceviamo dalla tradizione e dalla Scrittura. Nessuno può permettersi né di aggiungere, né di togliere nulla”

Il Concilio, tuttavia, ha introdotto molti adattamenti…

“La Costituzione conciliare sulla sacra liturgia parla di adattamenti – non di creatività – da fare con prudenza, sotto la responsabilità delle Conferenze episcopali, previa approvazione della Santa Sede e nella salvaguardia dell’unità del Rito romano. C’è dietro una grande prudenza, affinché le scelte vengano fatte con molta ponderazione. La liturgia è un bene indisponibile. Dio, così come i fedeli, ha il diritto di ricevere un culto secondo le norme elaborate dall’unità della Chiesa nel corso dei secoli. Non si cancellano secoli di storia con un battito di ciglia.”

Molte innovazioni vengono giustificate con la velocità dei cambiamenti in atto. Qual è la sua opinione?

“Non si deve confondere l’arbitrio con l’efficacia della liturgia. C’è chi pensa che con adattamenti sommari e banali il messaggio cristiano possa arrivare meglio all’uomo moderno. In realtà tagliando la tradizione, offriamo un annuncio monco e fragile. Si pensa di avvicinare la gente, ma si dimentica che la Chiesa comunica da sempre il Mistero nella sua integralità, al di là del fatto che possa essere “popolare” il suo contenuto.”

C’è il rischio di scadere in liturgie “brutte”?

“Certo, perché la bellezza, che è uno degli elementi che maggiormente avvicina a Dio, è frutto della coerenza interna tra musica, liturgia e arte. Abbiamo una tradizione plurisecolare invidiata da tutto il mondo quanto a bellezza di luoghi, musiche e riti. Gli adattamenti non possono essere improvvisati da un gusto o un’idea personale.”


comparsa su Avvenire Bologna 7 del 21 ottobre 2012
Fonte: Libertà e Persona  21 ottobre 2012

Nessun commento:

Posta un commento