Propositura della Badia di San Salvatore Vaiano
Museo della Badia di Vaiano
Associazione pro Museo della Badia di Vaiano
Domenica 11 novembre 2011
Festa di San Salvatore
S. Messa in Rito Romano antico
ore 11:15
Nell'Anno della Fede da poco inaugurato dal papa Benedetto XVI per
ricordare i cinquanta anni dall'apertura del Concilio Vaticano II, in
occasione della festa di San Salvatore, titolare dell’antica abbazia
benedettina-vallombrosana, torna per il quinto anno consecutivo la S.
Messa in Rito Romano antico in latino, cosiddetto Rito
Damaso-Gregoriano, la cui celebrazione si è mantenuta sostanzialmente
intatta dall’epoca apostolica, attraverso l’opera di riordino dei papi
San Damaso (366-384) e San Gregorio magno (590-604) e del Concilio di
Trento (1543-1565), fino ad oggi.
Domenica 11 novembre alle ore 11:15 nella chiesa dell’antica abbazia
di San Salvatore si potrà assistere ad un rito suggestivo e solenne:
nuovamente si sentiranno risuonare le parole latine del sacerdote che
celebra la Messa rivolto verso Oriente da dove proviene “il sole che
sorge”, simbolo di Cristo stesso, secondo il rito bimillenario della
Chiesa Cattolica rivisto dal B. Giovanni XXIII nel 1962 all’apertura
del Concilio Vaticano II e liberalizzato da Papa Benedetto XVI nel
2007 con il motu proprio Summorum Pontificum.
Ed anche i fedeli potranno partecipare attivamente con la preghiera,
con i canti dell'Ordinario e con le risposte al sacerdote: a questo
scopo saranno messi a disposizione appositi foglietti e libretti con
la traduzione in Italiano. Anche quest'anno partecipa la Società
Corale Corte Bardi di Vernio, diretta dal M° Elisabetta Ciani.
Alla fine della Messa sarà possibile venerare la reliquia del
crocifisso miracoloso conservata per secoli dai monaci vallombrosani
di Vaiano.
Alla fine della Messa verrà distribuita, con una piccola offerta,
un'artistica cartolina de Il Miracolo del Crocifisso di Beirut,
affresco manierista del chiostro mediceo.
Ciò avviene perché il papa attuale Benedetto XVI con un atto giuridico
per tutta la Chiesa Cattolica chiamato “motu proprio” del 7 luglio
2007, ed entrato in vigore il 14 settembre dello stesso anno, ha reso
libera anche nella chiese parrocchiali la celebrazione della Messa
latina secondo l’antico rito romano, considerando che “la liturgia
celebrata secondo l’uso romano arricchì non solo la fede e la pietà,
ma anche la cultura di molte popolazioni” e per tale motivo “ciò che
per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e
grande”. L’esigenza è nata anche dal fatto che - come scrive il papa -
“anche giovani persone scoprono questa forma liturgica, si sentono
attirate da essa e vi trovano una forma, particolarmente appropriata
per loro”.
Per la celebrazione, in pieno accordo con il Proposto di Vaiano don
Carlo Bergamaschi, è stato invitato un sacerdote pratese don Enrico
Bini, Parroco della chiesa dello Spirito Santo a Prato e storico della
chiesa, autore di numerose pubblicazioni. L’occasione per questa
celebrazione è data dalla festa di San Salvatore, titolare dell’antica
abbazia benedettina e vallombrosana, che per secoli è stata celebrata
dai monaci di Vaiano: la data del 9 novembre era una delle scadenze
dell’anno in cui i contadini che coltivavano terre del monastero
dovevano consegnare come canone di affitto una parte del raccolto ed
avevano diritto in quel giorno ad una merenda dai monaci consistente
in pane e pecorino e un bicchiere di vino. Questa festa, secondo gli
studi pubblicati da Adriano Rigoli, rimanda all’antichissima devozione
del Crocifisso di Beirut che è legata alla fondazione stessa del
monastero in epoca altomedievale fra la fine dell’VIII-inizio del IX
secolo, operata da una schiatta gentilizia longobarda ricondotta
all’ortodossia calcedonese da missionari provenienti dal Medioriente,
molto probabilmente dal Libano, che portarono le loro devozioni come
quella del Salvatore di Beirut e della storia agiografica ad esso
legata. Nel chiostro della Badia di Vaiano, in occasione dei recenti
restauri, è venuto alla luce un affresco cinquecentesco che
rappresenta proprio l’evento miracoloso di Beirut e ancora oggi si
ricorda, proprio per questo motivo, la visita a Vaiano nel 2004 del
vicario maronita della diocesi di Beirut mons. Toubia Abi Aad.
Sappiamo che di questo evento miracoloso si discusse al II concilio di
Nicea convocato nel 787, con il consenso anche del Pontefice Adriano I
e la partecipazione di trecentodieci vescovi, nel quale fu fissata la
dottrina tradizionale riguardo alla venerazione delle immagini sacre:
ancora oggi nelle Chiese orientali a ricordo di questo concilio e per
la venerazione delle icone viene celebrata una grande festa la prima
domenica di Quaresima, detta appunto la “Festa dell’Ortodossia”.
Per Vaiano riguardo a questa festa, la cui data tradizionale è il 9
novembre, abbiamo numerose informazioni: così sappiamo che Guccio di
Domenico mugnaio e Piero suo fratello da Savignano, due dei lavoratori
che tenevano in affitto beni del monastero dovevano pagare come canone
ogni anno 60 staia di grano (oltre litri 24 lo staio, in tutto litri
1440) e “oltre al detto grano dee dare l’anno paia due di buoni veri e
grassi capponi per la festa di san Salvatore”. Nel 1410, in uno dei
momenti più difficili economicamente per la storia del monastero,
abbiamo la “lista della spesa” di quello che fu acquistato per rendere
più solenne la festa: oltre alle spese eminentemente liturgiche, che
comprendevano 7 candele per la chiesa (sette candele erano
indispensabili per la celebrazione della Messa Pontificale da parte
dell’abate), circa 1,5 Kg di “candele minute” per i fedeli che le
accendevano dietro offerta e circa 200 g. di incenso” per la Messa
solenne, anche la parte, se vogliamo, profana degli acquisti, tra cui
una grande quantità di carne (vitella, arista, sugnaccio, “capi e
piedi di porco”), formaggio (compresi 1,5 Kg di Parmigiano), 20 arance
(allora una vera e propria rarità) e per finire circa 400 g. di spezie
tra “spezie dolci”, “spezie forti” (comprendenti pepe, cannella e
chiodi di garofano) e zafferano.
(testo di Adriano Rigoli)
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