lunedì 24 dicembre 2012

Giustizia è fatta per il bue e l’asinello



bisconti



di Sandro Magister

Nello stesso giorno in cui la concessione della grazia ha chiuso la vicenda giudiziaria dell’ex maggiordomo pontificio Paolo Gabriele, è stata resa giustizia anche al bue e all’asinello del presepe, immeritatamente diffamati a mezzo stampa.
Nella foto qui sopra c’è la più antica raffigurazione che si abbia dei due animali accanto al bambino Gesù nella mangiatoia. Con dietro di essi un pastore, più a sinistra i magi e a destra, sotto la stella, Maria e la levatrice.
La raffigurazione è in un bassorilievo di un sarcofago del IV secolo, conservato nella chiesa del monastero delle benedettine di Boville Ernica, nella diocesi di Frosinone.
A sentenziare “in difesa del bue e dell’asinello” è stato l’archeologo Fabrizio Bisconti, su “L’Osservatore Romano” del 23 dicembre, antivigilia di Natale. “In difesa” a motivo della bizzarra enfasi data da alcuni media all’ovvia affermazione fatta da Benedetto XVI nel suo libro “L’infanzia di Gesù” circa l’inesistenza dei due animali nei racconti dei Vangeli.
Ma nel suo libro, il papa ha anche spiegato che l’iconografia cristiana, fin dall’antichità, ha avuto dei buonissimi motivi – a partire soprattutto da un passo di Isaia – per raffigurare costantemente accanto a Gesù nella mangiatoia l’asino e il bue.
E infatti Bisconti mostra come questa raffigurazione si sia affermata prestissimo nell’iconografia cristiana, addirittura prima del sarcofago di Boville, e abbia avuto da lì in poi una sequela infinita di riproduzioni.
Per Benedetto XVI i due animali rappresentano “l’umanità, di per sé priva di comprensione, che davanti al Bambino, davanti all’umile comparsa di Dio nella stalla, arriva alla conoscenza e, nella povertà di tale nascita, riceve l’epifania che ora a tutti insegna a vedere”.


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