lunedì 3 dicembre 2012

Sull'uso del manipolo





di Francesco Colafemmina


A proposito di latino, ci terrei a chiarire una questione spesso dibattuta e mai risolta: è consentito l'uso del manipolo nel novus ordo? E' stato mai abolito? La questione è complessa e semplice allo stesso tempo.
Diciamo in partenza che se la Santa Sede mettesse a disposizione di tutti i testi in latino delle istruzioni (per molti versi nefaste) della Sacra Congregazione dei Riti emanate negli anni '60 a seguito del Concilio, farebbe un grande servizio ai fedeli e ai sacerdoti che non sarebbero costretti a dover spulciare l'Enchiridion Vaticanum.

Per chi invece ne ha l'opportunità, ebbene, la soluzione al problema è presto detta. Tutto rimonta all'istruzione Tres abhinc annos emanata nel 1967. Al punto n.25 l'istruzione afferma: "manipulus semper omitti potest". Un testo chiaro: "può" essere omesso in tutte le occasioni, non "deve". Il manipolo è così scomparso a partire da questa data e da questo suggerimento privo di senso della Congregazione dei Riti.

Pur essendo infatti numerose le interpretazioni del significato del manipolo, mi soffermerei - visto che siamo in tema di latino - sulla sua derivazione dall'antichità romana. In particolare dalle insegne consolari. Narra Svetonio nella vita di Nerone che il pigro imperatore essendo a pranzo mentre i giochi circensi dovevano partire fece uso di un suo tovagliolo per dare il segnale di partenza della gara. Da quel momento in poi leggenda vuole che i magistrati preposti alle gare circensi dessero sempre il segnale di partenza sventolando un fazzoletto bianco, la mappa circensis appunto. La mappa era sventolata con la destra ma veniva annodata all'avambraccio sinistro. Essa passò così ad insegna consolare specie nel tardo impero, assieme allo scettro, lo scipio.

Ora, provate a confrontare l'iconografia di taluni dittici consolari tardi - di seguito in foto - e quella dei vescovi in alcuni manoscritti medievali: lo scettro è sostituito dal pastorale, la mappa dal gesto benedicente del Vescovo. Ma non mancano le tracce di un manipolo messo alla mano destra e non alla sinistra. In ogni caso sarebbe interessante indagare questo evidente capovolgimento di significato del manipolo inteso quale insegna consolare. Da segno di avvio di un ludo circense, in cui scorre sangue e crudeltà, a segno di una lotta spirituale, di un conflitto fra il mondo e la Chiesa, secondo quanto afferma San Giovanni Crisostomo nelle sue omelie contro i ludi (ad es. Oratio de circo).

Detto questo non scandalizziamoci quando alcuni sacerdoti reintroducono il manipolo nella celebrazione della Santa Messa secondo il novus ordo. Non solo non è mai stato abolito ma non è neppure un vano orpello: è un simbolo di lotta spirituale che ci ricollega ad un'epoca oscura e lontana, ad una cultura classica in rovina che fu purificata e rinnovata dal Cristianesimo. 

Fides et Forma   30 novembre 2012

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