di Benedetta Frigerio
«Hate the
crime, not the criminal!». Comincia così il film sull’aborto che ha portato al
cinema così tanti americani da costringere i botteghini a riaprire e il New
York Times a ritrattare la sua prima (molto critica) recensione.
“October Baby”, la pellicola da poco uscita solo in
dvd sottotitolata in italiano, racconta la storia vera di Janna Jessen, una
donna sopravvissuta all’aborto che ha fatto il giro del mondo per parlare di
sé.
Nel film non c’è nulla di fanatico né di astioso. «Odia il crimine, non
il criminale!», dice alla protagonista Hannah il poliziotto che la aiuterà a
trovare la madre naturale, lasciando presagire che la chiave del riscatto non
sarà né la semplice ricostruzione dei fatti né la giustizia umana.
LA TRAMA. Hannah scopre solo nell’adolescenza la sua storia.
È traumatizzata e distrutta per aver compreso solo ora che la frustrazione,
l’odio e il senso di colpa che la accompagnano da sempre sono dovuti al fatto
che è sopravvissuta a un aborto e che «la vita è una bugia», come lei rivela al
suo migliore amico Jason.
Qui inizia un viaggio per scoprire la propria
identità e quella della madre naturale. Ad accompagnarla, insieme a Jason, un
gruppo di amici su un van che attraversa le distese sterminate sotto i cieli
d’America a ritmo di una colonna sonora per nulla banale.
Un viaggio
costellato di incontri mai scontati e di dialoghi mai retorici che porterà la
protagonista a comprendere l’eccezionalità della sua nascita. E soprattutto a
scoprire che non esiste redenzione senza perdono.
Tempi del 07-12-2012
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