giovedì 16 novembre 2023

«Laudate Deum un suicidio, la Chiesa rischia un nuovo caso Galileo»



«L'esortazione Laudate Deum è appiattita sulle truffe dell'IPCC». Parola di Franco Prodi, il fisico dell'atmosfera che alla Bussola dice: «Un'impostura attribuire per il 97% all'uomo le cause del riscaldamento, tanti scienziati si adeguano per non perdere i finanziamenti, mentre il Cnr mi ha sbattuto fuori. Il catastrofismo climatico è funzionale alla finanza globale per imporre la green economy».


INTERVISTA A FRANCO PRODI

CREATO 


Andrea Zambrano, 16-11-2023

Franco Prodi è fisico dell’atmosfera, ha un curriculum da accademico di tutto rispetto. Carriera da autorità scientifica, fratello dell’ex premier Romano Prodi, ha diretto l’Istituto di Scienza dell’Atmosfera del Cnr (ISAC) e pubblicato diversi studi nel campo della meteorologia e della climatologia.

Eppure, nel mondo alla rovescia di oggi è un nuovo eretico. Paga la sua posizione di scienziato che non condivide le tesi sul catastrofismo climatico e il nuovo verbo del climatismo che vuole l’uomo come responsabile del riscaldamento climatico. E in questa intervista alla Bussola denuncia la cappa di oscurantismo del mondo accademico, mediatico ed ecclesiale che sta spingendo l’acceleratore sull’ideologia green alla vigilia della Cop 28 che sarà «l’ennesimo fallimento, vedrete».

Professore, assieme ad altri scienziati ha firmato l’appello di Clintel. Con alcuni colleghi italiani si è rivolto anche al presidente Mattarella. Che risposte avete avuto?
Non siamo stati degnati neanche di un riscontro. Il nostro tentativo era quello di ribadire che nel campo scientifico non c’è assolutamente l’unanimità di vedute che si vuole raccontare. Ma ormai la frase “lo dice la scienza” è diventato il verbo per imporre i report dell’IPCC che condizionano tutto.

Qual è il punto di crisi?

Il sesto report dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) dice che il riscaldamento climatico è causato per il 97% dall’uomo, le cosiddette cause antropiche e che quindi bisogna arrivare alle emissioni zero. Una follia, indimostrabile tra l’altro, soprattutto se teniamo conto che l’Europa è responsabile del 9% delle emissioni di co2 e l’Italia appena dell’1%. Mentre la Cina costruisce una centrale a carbone al giorno.

Chi la critica le contesta di occuparsi di nubi…

E chi dovrebbe parlare di fisica dell’atmosfera se non chi come me studia le nubi dal 1966?

Perché le nubi c’entrano col cambiamento climatico?

Eccome! Sono al centro del sistema climatico. ll cuore del sistema climatico è il bilanciamento tra i fotoni solari in arrivo e i fotoni terrestri che se ne vanno. Le nubi riflettono i fotoni solari. Chi mi critica non ha assolutamente competenza e mi fa oggetto di azioni diffamatorie come è successo per la vicenda Wikipedia.

Che cosa è successo?

È stata alterata dopo un articolo del Domani scritto ad arte e ordinato da De Benedetti. Mi hanno affibbiato il termine “negazionista climatico” e da lì sono incominciati i miei guai.

Lei non si sente negazionista?

Altroché! Sono un “apostolo” della protezione del pianeta, il termine negazionista richiama tragici momenti della nostra storia. Di sicuro non ho mai portato avanti il negazionismo climatico.

Solo che…

Come potrei? In un pianeta con otto miliardi di persone anche la fisica delle nubi cambia, ma l’attività dell’uomo non può spiegare tutto.

Perché?

Perché le nubi sono un sistema molto complesso. Anzitutto hanno forma tridimensionale mentre nei modelli dell’IPCC questo non viene mai tenuto in conto; ci sono radiazioni a infrarossi e gas poliatomici e poi ci sono nubi che non vengono neanche rilevate, ma che incidono. Di conseguenza i modelli numerici che vengono imposti danno risultati inattendibili.

Quindi non nega il cambiamento climatico, ma non lo attribuisce all’uomo?

Nemmeno, una matrice antropica c’è.

Quale?

Anzitutto è bene dire che più che di cambiamento climatico la scienza parla di variazioni della composizione atmosferica.

D’accordo. Cosa causa le variazioni della composizione atmosferica?

Le cause sono di due tipi: naturali e antropiche. Le seconde sono appunto l’attività dell’uomo.

Cosa troviamo nelle cause naturali?

Le interazioni atmosfera-oceano, le interazioni atmosfera-biosfera, le eruzioni vulcaniche e il ciclo idrologico.

E nelle antropiche?

L’immissione di gas serra in atmosfera con i combustibili fossili, gli incendi e gli allevamenti, l’immissione di aerosols in atmosfera e lo sfruttamento del terreno, come ad esempio la riduzione delle foreste.

Il punto è capire le percentuali di responsabilità. L’IPCC sostiene che l’attività dell’uomo contribuisca per il 97%...
Balle, balle. È un dato indimostrabile, un'impostura. La quantificazione dell’attività antropica è impossibile da misurare per la scarsa conoscenza di importanti aspetti fisici.

Quali?

Ci sono tanti fattori che incidono. Oltre alle attività delle nubi, che sono essenziali, c’è il calore proveniente dalla terra che è un grosso punto interrogativo, anche l’attività dei vulcani, che emettono co2 non è quantificabile, c’è il degassamento della crosta terrestre che è difficile da quantificare.

Quindi, se non è il 97%, quale sarebbe secondo lei la percentuale da attribuire all’uomo?

Per lo stesso motivo per cui le dico che il 97% è indimostrabile, non c’è modo di dare una percentuale attendibile. È semplicemente un dato irraggiungibile scientificamente. Ciò che è misurabile è altro.

Che cosa?

L’inquinamento. Gli accordi mondiali andrebbero fatti su questo perché sull’inquinamento abbiamo parametri scientifici dimostrabili e quantificabili. Invece perdiamo tempo su cose indimostrabili.

Lei è emiliano, recentemente ha preso posizione sull’alluvione.

Invocare il cambiamento climatico è stata una follia. La verità è che stato un problema di gestione.

In che senso?

Mancata gestione dell’emergenza con le conoscenze attuali di radar multi-parametrici. Con un monitoraggio adeguato a livello radar avremmo intercettato lo spostamento delle nubi e la quantità di acqua con ore di anticipo e avremmo salvato delle vite umane. L’ho detto in piazza a Faenza agli alluvionati, nessuno mi ha contestato.

I giornali l’hanno contestata…

I giornali cosiddetti mainstream, la dittatura dei giornali che io chiamo “giornalistura”. La mia titolarità scientifica è stata umiliata, i miei progetti come quello in Puglia chiamato RIVONA (rischi per il volo e nowcasting aeroportuale) schiacciati dalla politica mentre il Cnr mi ha letteralmente sbattuto fuori.

Ma lei è andato in pensione…

A tutti i direttori viene data la possibilità di rimanere associato per poter continuare a fare attività scientifica. A me è stata negata, la nuova direttrice dell’ISAC Cristina Facchini mi ha fatto fare gli scatoloni per liberare il mio ufficio seduta stante.

E il mondo accademico?

C’è un brutto clima. L’interazione tra politica e scienza è pericolosa. Ci sono ricercatori terrorizzati e omertosi che sposano le tesi dell’IPCC perché temono di perdere i loro finanziamenti o la loro posizione all’interno delle università. Con me si è applicato il metodo Mao: Colpirne uno per educarne cento.

Qual è la posta in gioco?

La finanza globale che supera l’economia reale ha bisogno di dare un profitto a una massa enorme di danaro e lo fa imponendo la Green economy. Non darà nessun effetto sulle emissioni, ma metterà in ginocchio intere economie reali.

Che cosa pensa dell’esortazione del Papa Laudate Deum?

È un suicidio per la Chiesa, lo dico da fedele e con grande dolore. Si sta rischiando di creare un nuovo caso Galileo.

Galileo?

È scritta sposando interamente le tesi dell’IPCC, ma quando emergerà che queste tesi sono state una delle più grandi truffe fatte all’umanità la Chiesa non ci farà una bella figura.

Chissà se chiederà scusa?

Nel leggerla sono saltato sulla sedia. Almeno con la Laudato Sì al capitolo 1 paragrafo 23, Francesco si prendeva qualche cautela alimentando il dubbio e dicendo che la scienza era divisa su certe posizioni, ma l’esortazione è interamente appiattita sul catastrofismo climatico. Io non so chi abbia consigliato il Papa, ma è stata sicuramente una pessima influenza.





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