Una recente puntualizzazione di Paix Liturgique by TradiNews (lettera n. 392 del 18 giugno 2013) :
Una sorda inquietudine serpeggia tra gli avversari dichiarati della messa tradizionale : il cambiamento di pontificato sembra non aver cambiato nulla nella sua avanzata.
In Germania, è il cardinal Lehmann, arcivescovo di Colonia che, in margine al Congresso eucaristico nazionale tedesco, ha espresso alla rivista Kölner Stadt-Anzeiger la sua apprensione di fronte alla crescita del numero di messe tradizionali : secondo lui, quest'infatuazione non può spiegarsi che con ragioni elitarie ed estetiche.
In Francia, è Mons. Pierre Raffin, vescovo di Metz ancora per qualche giorno, che ha preso posizione. Nel corso del colloquio organizzato a Parigi per i 70 anni del Servizio Nazionale di Pastorale Liturgica e Sacramentale (SNPLS), originariamente CPL (Centro di Pastorale Liturgica), ha chiesto « che in occasione dei 50 anni della Sacrosanctum Concilium [la costituzione del Vaticano II sulla liturgia], papa Francesco esprima chiaramente il suo attaccamento alla riforma liturgica del Vaticano II ». Secondo lui, il Motu Proprio Summorum Pontificum l'ha in effetti « indebolita ». E in aggiunta : « Vorrei che papa Francesco elimini ogni sospetto riguardante l'eredità liturgica del Vaticano II », perché sempre secondo lui « l’argomentazione secondo la quale il Messale del 1570 non sarebbe mai stato giuridicamente abrogato è difficile da sostenere quando si legge tranquillamente la costituzione apostolica Missale Romanum di Paolo VI » (La Croix, 29 maggio 2013).
E' vero che le dimissioni di Benedetto XVI, seguite dall'elezione del suo candidato all' « opposizione » nel 2005, Jorge Bergoglio, è stata letta come uno smacco dei progetti di Benedetto XVI, e ha fatto soprattutto pensare che la ristrutturazione della liturgia tradizionale dovesse ormai segnare il passo. Ma alcuni mesi più tardi, prevale la sensazione che « tutto continui come prima ». E' possibile che questa sensazione sia del pari condivisa da sensibilità che sono opposte alla nostra e che si sentono del tutto libere di esprimersi rispetto a prima. In altre parole, è possibile che papa Francesco voglia un pontificato in cui ciascuno trovi la sua occasione e concentri i suoi sforzi nell'ambito che gli è proprio.
Ora, come abbiamo avuto occasione di analizzare qui diverse volte, l’apparente fallimento dell'istituzione ecclesiastica in Occidente, divorata dalla secolarizzazione, è accompagnato da un aumento, scarso in assoluto ma di considerevole importanza dal punto di vista relativo, d’un « nuovo cattolicesimo » di tipo nettamente più classico e anche tradizionale, caratterizzato dalla sua giovinezza, dalle vocazioni, da svariate famiglie numerose, da risorse educative, etc.
Conseguentemente lasciare a tutti una grande libertà, significa, per il fatto in se stesso, "dare un grande riconoscimento" alle forze vive, e lasciar svilupparsi tranquillamente questo movimento di « ritorno » liturgico, dottrinale, disciplinare. Questo movimento da Benedetto XVI aveva ricevuto l'appoggio considerevole del Motu Proprio Summorum Pontificum, ma successivamente Roma aveva lasciato che questo diritto fruttificasse di per sé, sperando che i vescovi del mondo addivenissero gradualmente ad un atteggiamento conciliante. Papa Francesco sembra fare la stessa cosa : lascia che le cose vadano per il verso loro e, come una « forza tranquilla », la messa tradizionale – e « tutto ciò che ne consegue », catechismi, vocazioni, etc. – continua a diffondersi.
.http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/06/la-forza-tranquilla-della-messa.html#more
Nessun commento:
Posta un commento