di Sandro Magister
Il metro di paragone sono i sei volumi dell’”Iter Italicum” di Paul Oskar Kristeller, pubblicati in Olanda da Brill tra il 1963 e il 1992, con l’inventario dei manoscritti italiani dell’umanesimo e del rinascimento reperiti dall’autore in decenni di studi.
Qui invece i volumi sono due, ma di oltre mille pagine in grande formato, per tre chili e mezzo di peso. Stampati e consegnati su richiesta al generosissimo prezzo di soli 110 euro, venti volte meno dell’opera sopra citata.
Si tratta dell’”Iter Liturgicum Italicum”, il repertorio dei manoscritti liturgici italiani dal IV al XX secolo scovati da Giacomo Baroffio in mezzo secolo di ricerche nei cinque continenti.
Molti, infatti, dei manoscritti liturgici nati in Italia si trovano oggi in altri paesi, dove sono arrivati con percorsi più o meno avventurosi. Ve ne sono in Sudafrica e Nuova Zelanda, in Canada e in Corea, sul Monte Sinai e in Israele. L’indice per località, il primo dei sei indici dell’opera, parte da Aachen in Germania e arriva a Zwettl in Austria.
I manoscritti trovati e catalogati sono più di 29 mila. E di ciascuno vengono indicati il luogo di conservazione, la tipologia (evangeliario, o antifonale, o vesperale, eccetera), il numero di fogli, la data, l’origine, la provenienza, il committente, la destinazione, la presenza o meno di notazioni musicali, il rito…
L’indice per rito presenta delle sorprese per i non specialisti. Si scopre che nella sola Italia, oltre al romano e all’ambrosiano, vi sono stati molti altri riti, dal beneventano al certosino, dal francescano al romano antico, in tutto una trentina.
Giacomo Baroffio, l’autore di quest’opera monumentale, è un luminare di fama internazionale, nel campo. Nato a Novara nel 1940, ha studiato in Germania, si è laureato in canto ambrosiano, per un periodo è stato monaco benedettino. Ha presieduto il Pontificio Istituto di Musica Sacra. Insegna in varie università. Dirige cori di canto gregoriano e incide dischi. È direttore della “Rivista Internazionale di Musica Sacra”.
Per le biblioteche e gli studiosi di liturgia e musica sacra l’”Iter Liturgicum Italicum” è un’opera imprescindibile. Eppure lo stesso Baroffio è il primo a dire che essa non è definitiva. Esistono sicuramente in Italia e nel mondo altri manoscritti che ancora attendono di essere scoperti e catalogati.
Dice Fabrizio Mastroianni, dell’Associazione San Michele Arcangelo che ha edito l’opera: “Come dopo Jean Bolland sono venuti i ‘Bollandistes’ che da più di tre secoli ne continuano l’opera in campo agiografico, così a Baroffio potrebbero far seguito i ‘Baroffistes’, per un’impresa di cui non si conosce la fine”.
Settimo Cielo 2 novembre 2012
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