lunedì 18 novembre 2024

Il Vaticano approva il rito maya con danze rituali, incensatori femminili e guida laica delle parti della Messa (però frena la messa in latino)



Di seguito l’articolo scritto da Michael Haynes, pubblicato su Lifesitenews, nella traduzione curata da  Sabino Paciolla, 18 Novembre 2024.





Michael Haynes

Il Vaticano ha approvato il rito maya della Messa che prevede danze rituali, donne che sostituiscono il sacerdote nell’incensazione dell’altare e la guida laica di alcune preghiere della liturgia.

L’annuncio è arrivato dal cardinale Felipe Arizmendi Esquivel, vescovo emerito della diocesi di San Cristobal de Las Casas in Messico e uno dei principali promotori di questo nuovo rito.

Scrivendo nella sua rubrica settimanale il 13 novembre, Arizmendi ha rivelato con gioia che il Dicastero vaticano per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti “con l’autorità del Papa, l’8 novembre di quest’anno, ha concesso il tanto atteso riconoscimento di alcuni adattamenti liturgici per la celebrazione della Santa Messa nelle etnie Tseltal, Tsotsil, Ch’ol, Tojolabal e Zoque della diocesi di San Cristóbal de Las Casas”.

Arizmendi ha comunicato in precedenza con la dottoressa Maike Hickson di LifeSite, fornendole dettagli sulla bozza di rito proposta quando era in fase di valutazione da parte del Vaticano. In seguito, ha confermato più volte a questo corrispondente la sua costernazione per il fatto che il Dicastero stesse impiegando così tanto tempo per approvare il rito.

L’approvazione del Vaticano è “il riconoscimento ufficiale della Chiesa con cui questi adattamenti vengono approvati come validi e legittimi”, ha scritto nella sua rubrica.

“Sono la liturgia della Chiesa, e non solo usi e costumi che vengono guardati con sospetto”, ha detto in difesa del nuovo rito della Messa Novus Ordo. {Il testo è stato pubblicato in inglese.}

Arizmendi ha tenuto a sottolineare l’importanza di questo sviluppo, poiché è solo il secondo rito di questo tipo approvato dal Concilio Vaticano II, l’altro è il rito dello Zaire in Africa.

Facendo eco a Papa Francesco, Arizmendi ha affermato che tali riti “sono una forma di incarnazione della fede in espressioni molto specifiche di queste culture. Non li abbiamo inventati noi, ma abbiamo adottato ciò che vivono e che è in accordo con il rito romano”.

“Se ci sono deviazioni in alcune usanze indigene, possiamo aiutarle a raggiungere la loro pienezza in Cristo e nella sua Chiesa”, ha detto.

Cosa c’è di nuovo?

La scorsa estate, Arizmendi ha fornito a LifeSite la bozza che era stata presentata al Vaticano.

Il rito ora approvato dal Vaticano – come descritto da Arizmendi – è descritto di seguito:

Danze rituali: Sono state approvate “danze rituali” all’offertorio, nella preghiera dei fedeli o nel ringraziamento dopo la comunione. Queste, ha detto Arizmendi, sono “semplici movimenti di tutta l’assemblea, monotoni, contemplativi, accompagnati da musica tradizionale, e che esprimono la stessa cosa del rito romano, ma in una forma culturale diversa”.

“Non cambia il contenuto della Messa, ma il modo in cui viene espresso”, ha detto.

Donne che incensano al posto del sacerdote: Le donne svolgeranno il “ministero di portatrici di incenso” nella Messa “al posto del sacerdote”. Dopo che il sacerdote avrà benedetto e imposto l’incenso, le donne incenseranno “l’altare, le immagini, il libro del Vangelo, i ministri e l’assemblea”. A quanto pare, non useranno il turibolo abituale, ma piuttosto “un incensiere proprio della loro cultura”.

Questo, ha detto Arimenzi, nasce dall’usanza indigena di avere solitamente donne che incensano durante la preghiera.

Guida laica delle preghiere della Messa:
È stata approvata la pratica di avere un uomo o una donna laici di “riconosciuta importanza morale”, che sarà il “principale”, per “guidare alcune parti della preghiera comunitaria”. Questi momenti sarebbero: “o all’inizio della Messa, per iniziare la comunità alla celebrazione, nominare le intenzioni e chiedere perdono, o nella preghiera dei fedeli, dopo che il sacerdote fa l’invito iniziale e chiude con la preghiera conclusiva, o dopo la comunione come ringraziamento, che il sacerdote conclude con la preghiera post-comunione”.

Il cardinale ha attestato che la nuova prassi non significa “togliere al sacerdote il suo servizio di presidente dell’assemblea, perché è lui che è a capo della celebrazione, e autorizza questi momenti”.

Il leader laico “promuove e guida la preghiera di tutti”, poiché non prega solo a suo nome. “È un altro modo di far partecipare l’assemblea; non si cambia il contenuto del rito romano, ma la sua espressione culturale”, ha detto Arizmendi.

Teologia pagana alla base del rito

Il Vaticano stava valutando il testo dal luglio 2023, dopo che i vescovi messicani avevano votato 103-2 a favore durante l’assemblea plenaria del rito dell’aprile 2023. I vescovi messicani hanno discusso una prima bozza, che è stata poi leggermente modificata per essere presentata al Vaticano.

Parlando l’anno scorso, Arizmendi ha dichiarato che i vescovi del Paese hanno esteso le proposte a “tutti i popoli nativi del Paese”, piuttosto che solo a quelli della diocesi di San Cristóbal. Tuttavia, l’autorizzazione a livello nazionale non è stata data ufficialmente, anche se in pratica rimane molto improbabile che il rito sia limitato alle aree delineate dal Vaticano.

La dott.ssa Hickson ha precedentemente notato che un rito maya è già stato praticato nella diocesi di San Cristóbal, essendo stato approvato dalla conferenza episcopale messicana. (Si vedano i suoi precedenti articoli QUI e QUI)

Nella bozza del rito del marzo 2023 inviata a LifeSite, il ruolo del “principale” viene considerato fondamentale, in quanto tale figura “diventerebbe ancora più importante durante il periodo di assenza del clero nella nostra diocesi”. Questa frase suggerisce che in futuro le cerimonie guidate da laici saranno la norma, piuttosto che semplicemente alcune parti della Messa.

Dalla descrizione di Arizmendi non è ancora chiaro se il “principale” si impegnerà nella pratica pagana di pregare le quattro direzioni della terra. Nella bozza del marzo 2023 si nota che “in occasioni speciali questa preghiera può essere riallineata invocando Dio dai quattro punti cardinali”. Invocare Dio dai quattro punti cardinali implica nella tradizione politeistica maya: le quattro direzioni della terra – nord, ovest, sud, est – che sono tradizionalmente collegate agli dei. Tuttavia questo aspetto non era presente nella bozza inviata al Vaticano la scorsa estate e visionata da LifeSite all’epoca.

Ma nonostante questo, la teologia pagana di fondo rimane. La “danza rituale” di cui parla Arizmendi era descritta nella bozza del marzo 2023 come segue: “i piedi accarezzano il volto della Madre Terra, facendo movimenti leggeri. Il volto di Dio viene salutato muovendosi verso le quattro direzioni dell’universo”.

Il sottosegretario del Dicastero – il vescovo Aurelio García Macías – è stato largamente coinvolto nella stesura del rito. Nel marzo dello scorso anno ha dichiarato ai media locali che il processo è stato “un arricchimento personale per me, perché credo che l’esperienza locale di San Cristóbal de Las Casas abbia potuto discernere, studiare, riflettere e arricchirsi dell’esperienza universale della Chiesa cattolica”.

Nel frattempo, anche un altro rito di origine pagana è al vaglio del Vaticano. Il rito Amazzonico, o Amazzone, sta per iniziare un periodo di prova di tre anni nel corso di quest’anno. Il rito amazzonico è un prodotto del controverso Sinodo dei vescovi sull’Amazzonia del 2019.

Tra le numerose proposte sollevate dal Sinodo amazzonico e dal suo documento finale vi sono l’apertura dello stato clericale alle donne e l’ammissione al sacerdozio di uomini sposati, nel tentativo di rendere la Chiesa più attraente per i cattolici della regione.

Questo “rito amazzonico” “esprimerebbe il patrimonio liturgico, teologico, disciplinare e spirituale dell’Amazzonia”, che aiuterebbe “l’opera di evangelizzazione”.

Nel frattempo, il Dicastero per il Culto divino è stato accusato di attuare una “persecuzione” della liturgia tradizionale (la messa tridentina, o in latino, ndr) della Chiesa in tutto il mondo.







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