Di Stefano Fontana, 29 Nov 2024
Il libro di Emmanuel Todd* La sconfitta dell’Occidente (Fazi editore) ha diversi aspetti interessanti. Vorrei qui segnalarne uno: l’idea che alla base di quanto egli chiama “sconfitta dell’Occidente” e “suicidio assistito” dell’Europa ci sia la disgregazione del cristianesimo, soprattutto protestante.
Questo libro parte dalla guerra in Ucraina e si prefigge di spiegare dieci sorprese ad essa relative che qui elenco in sintesi: 1 Lo scoppio della guerra; 2 che il confronto avvenga tra USA e Russia e non tra USA e Cina; 3 la resistenza militare dell’Ucraina; 4 la resistenza economica della Russia alle sanzioni; 5 il crollo di qualsiasi forma di volontà europea; 6 la reazione militarista del Regno Unito; 7 il bellicismo della Norvegia: 8 l’insufficienza dell’industria militare americana; 9 la solitudine dell’Occidente dopo la guerra; 10 la sconfitta dell’Occidente.
Qui non mi occupo di nessuno di questi aspetti, su cui mi auguro che altri dell’Osservatorio possano intervenire. Intendo solo segnalare una posizione di Todd che colpisce, ossia l’idea del grande ruolo che in tutto questo ha avuto l’”estinzione religiosa” nei Paesi occidentali. L’occidente, afferma Todd, ha deificato il vuoto e ha distrutto la nozione stessa di verità (p. 49) La disintegrazione religiosa ha portato alla scomparsa della morale sociale e del sentimento collettivo e ha distrutto ogni possibilità di esistenza degli Stati-nazione, mentre in passato “il cristianesimo è stata la matrice di ogni successiva credenza collettiva”.
Egli distingue tra religione “attiva, zombi e zero”. La religione “zombi” si ha quando la religione non esiste già più però i suoi effetti sociali sono ancora sentiti dalla popolazione e permangono delle credenze sostitutive che svolgono la stessa funzione della religione. La religione “zero”, invece, è quando c’è un “vuoto religioso assoluto in cui gli individui sono privi di qualsiasi credenza collettiva sostitutiva” (p. 163). Qui la religione si è ormai disintegrata e “ha spazzato via il sentimento nazionale, l’etica del lavoro, il concetto di una morale sociale vincolante, la capacità di sacrificarsi per la comunità”. Proprio questo, secondo lui, rende fragile l’Occidente nella guerra con la Russia. Ora, da quali segni si vede se si è giunti allo stadio irreversibile di religione “zero”? Todd propone tre criteri e questa segnalazione mi sembra di notevole interesse: la scomparsa del battesimo, la cremazione e il matrimonio omosessuale (p. 164). Nella fase di religione “attiva” si va ancora alle funzioni domenicali, in quella “zombi” non si va più a messa ma si continua a far battezzare i bambini, a seppellire i morti e a considerare importante il matrimonio anche se nella forma civile. Nella fase “zero”, infine, scompare il battesimo, aumenta massicciamente la cremazione e il matrimonio tra persone dello stresso sesso viene considerato equivalente a quello tra persone di sesso diverso.
Secondo il nostro Autore la disintegrazione religiosa ha colpito in modo particolare la Gran Bretagna dove si è verificato il crollo definitivo del protestantesimo nella forma descritta da Max Weber, ma lo stesso è capitato in Francia [“una nazione ormai geopoliticamente scomparsa”] e in Germania. Se il popolo non conta più nulla, sostiene Todd, è certamente per la nascita delle oligarchie ma prima di tutto perché “reso ormai anonimo da uno stato di azzeramento religioso e ideologico” e “nessuna azione collettiva era più in grado di mobilitarlo” (p. 186). Le nazioni si sono spontaneamente dissolte, diventando “degli aggregati atomizzati popolati da cittadini apatici e da élites irresponsabili. Un immenso aggregato atomizzato” (p. 176).
Non tutto fila liscio nell’analisi di Todd. Per esempio non c’è una adeguata distinzione tra protestantesimo e cattolicesimo e il protestantesimo non viene pienamente considerato in tutti i suoi aspetti. Ma non c’è dubbio che si tratti di osservazioni di notevole interesse.
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