venerdì 23 giugno 2023

IL CLIMA E’ UNA SCUSA PER IMPOVERIRCI

 


di Boni Castellane,  

La grande contraddizione alla base della Green transition la si comprende rifacendosi alla principale legge che governa la politica: le decisioni importanti non sono oggetto di dibattito. Non c’è stata alcuna discussione sulla gestione pandemica, hanno fatto quello che hanno ritenuto giusto. Non ci fu alcuna discussione sulla moneta unica, non c’è alcuna discussione sull’immigrazione -c’è discussione solo su quanta ce ne debba essere-, non c’è stata alcuna discussione sull’Ucraina. Nelle democrazie le cose importanti si riconoscono perché vengono fatte senza discussione.

Ieri cadeva la data che Greta Thumberg “sulla base di studi scientifici dei massimi esperti", aveva indicato per la fine del mondo; nel 2007 Al Gore disse che nel 2013 la calotta polare si sarebbe sciolta e sarebbe finito il mondo, guadagnandosi così con pieno merito il Nobel, giacché il Nobel non attesta i meriti, ma l’adesione alla Narrazione.

Tutta la Green transition funziona così: esiste un piano di discussione popolare che è amplissimo, diffuso, basato su conflitti sociali indotti attraverso l’uso di ragazzi con l’ecoansia che imbrattano opere d’arte e fermano il traffico – cioè fanno cose odiosissime, ingiustificabili, inutili e fatte apposta per creare indignazione – e un piano di discussione alto, delegato al Word Economic Forum, l’agenzia di stampa ufficiale della Narrazione, dove si afferma che se fa caldo è colpa degli esseri umani e che per non far finire il mondo tutti devono comprare delle cose.

L’ecologismo è un tema interessante proprio per il suo aspetto apocalittico: non si può infatti sostenere che “la fine del mondo” non sia un tema di una certa importanza, tuttavia, se si tratta della fine del mondo, perché ne stiamo parlando? Perché decisioni molto meno importanti sono state prese dalla politica naturaliter, senza alcun dibattito e senza far rumore, presentate alla gente come fatti compiuti, inevitabili e sui quali non c’è niente da dire; e invece del problema della fine del mondo se ne occupa Greta, gli ecovandali con l’ecoansia, Mario Tozzi, i consiglieri comunali, i libri dei divulgatori e Klaus Schwab?

Il Word Economic Forum ha recentemente scritto in un documento che è prioritario diminuire del 75% “i proprietari di automobili”, non le automobili, ma i proprietari, ribadendo così in un colpo solo il concetto del “non possiederai nulla e sarai felice”; sia il fatto che l’inquinamento è colpa di quelli che usano la macchina per i loro loschi spostamenti, sia il fatto che va benissimo che tutti i beni siano di proprietà del 25% delle persone, sia che bisogna affittare tutto per vivere a debito e non avere noiose e anacronistiche incombenze, come il lasciare disdicevoli eredità ai propri discendenti.

Come possiamo notare non si tratta di “decisioni" ma di dibattito, di Narrazione, esattamente come quando Chiara Saraceno, come fatto notare acutamente ieri da Martino Cervo, ci dice che è normale che un giovane precario non compri casa ma vada in affitto e poi ci dice che vivere così è brutto ed è per questo che la gente va via dall’Italia. Possono tali contraddizioni essere altro che Narrazione? Quando il sindaco di Bologna annuncia, per il primo Luglio, il limite dei 30 chilometri orari “perché l’obiettivo sono i morti zero”, non sta realmente parlando di sicurezza stradale e nemmeno di inquinamento. C’è pieno il mondo di città con il limite di 30 chilometri orari, i pochi incidenti mortali purtroppo ci sono sempre e le emissioni, invece di diminuire, aumentano.

L’ex Hotel occupato a Firenze nel quale è scomparsa una bambina di cinque anni è stato sgomberato in un mattino, dopo anni di proteste e di Sinistra che diceva che era una cosa impossibile da realizzare: quando si deve fare qualcosa, non se ne parla, si fa e basta.

C’è però un nuovo rischio in tutto questo: alla Narrazione non basta più semplicemente polarizzare il dibattito creando contrapposizioni, la sinistra woke, alla quale guarda Elly Schlein, è convinta che fare politica significhi sostanzialmente molestare la vita delle persone; non dicono più soltanto che se fa caldo è colpa tua, vogliono metterti fuori norma l’auto, vogliono cambiarti la dieta, vogliono modificarti le abitudini sulla base delle loro peculiarissime convinzioni. E quando Macron, Lula, Biden e Sumak firmano l’appello affinché nessuno resti indietro nella Green transition l’obiettivo non è il sostegno ai poveri, l’obiettivo è dire che la Green transition è un processo inevitabile, necessario e già approvato da tutti. Ma senza averlo chiesto a nessuno.





da La verità del 22 Giugno 2023


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