mercoledì 11 luglio 2012

Don Divo Barsotti e il Concilio

 

 
















Don Divo Barsotti lesse per intero i documenti del Concilio Vaticano II. Non ne fu entusiasta. Ebbe da ridire sull’ambiguità dei testi e delle espressioni. Barsotti fu tutt’altro che un nostalgico integralista. Fu un precursore, anzi, di un rilancio della liturgia, dello studio sui Testi Sacri e dell’attenzione alla teologia ortodossa orientale.

Criticò certamente il post Concilio, ma evidenziò che i problemi erano in parte frutto degli stessi documenti conciliari.

 

È scritto tutto molto chiaramente in: Serafino Tognetti, Divo Barsotti. Il sacerdote, il mistico, il padre, Edizioni San Paolo, Alba (Cuneo) 2012.

«Barsotti si dimostrò infastidito dalla continua esaltazione del Concilio […]» e ne stigmatizzò «la visione troppo ottimista della storia umana».


Don Divo disse inoltre:

«non sono stati impediti gli equivoci, l’ambiguità e soprattutto non è stata impedita la presunzione, non l’ambizione e il risentimento, non la superficialità e la volontà di un rinnovamento che voleva essere uno scardinamento, uno sradicamento della tradizione dogmatica, una diminuzione della tradizione spirituale».

Tognetti dice che «se dunque è vero che lo Spirito Santo assicura l’infallibilità del Concilio, non ne assicura però l’efficacia: egli [Barsotti] per questo criticò i Padri conciliari che non vollero impegnare l’infallibilità del loro magistero […]».

Ancora Don Divo:

«Non hanno voluto [i Padri conciliari] condannare l’errore e hanno preteso di “rinnovare” la Chiesa, quasi che il “loro” Concilio potesse essere il nuovo fondamento di tutto».

«[…] la pletora dei documenti, la loro lunghezza, spesso il loro linguaggio, mi fanno paura».

Don Divo Barsotti, dice Tognetti, «arrivò a pensare che la paurosa crisi della Chiesa post-conciliare fosse proprio derivata “dalla leggerezza di aver voluto provocare e tentare il Signore”».

Disse tutto ciò un profeta - vero.


http://unafides33.blogspot.it/

 

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