martedì 2 luglio 2024

In Germania dopo l’avvio del “cammino sinodale” è fuga dalla Chiesa cattolica. Ma i vescovi non cambiano strada





02 LUG 2024

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by Aldo Maria Valli



Leggete queste cifre: 272.771, 221.390, 359.338, 522.821, 402.694.

Sapete che cosa indicano? Sono i cattolici che hanno lasciato la Chiesa in Germania, rispettivamente negli anni 2019, 2020, 2021, 2022 e 2023. Il totale fa 1.779.014.

La cifra di 1.779.014 abbandoni è qualcosa di impressionante. Dal 2019, anno in cui è stato avviato il cammino sinodale sulla scia della crisi degli abusi, si assiste a un tracollo senza precedenti.

Al momento (dati della fine del 2023) i cattolici in Germania sono poco più di venti milioni, pari al 24% della popolazione.

Nell’arcidiocesi di Colonia, quella con il maggior numero di cattolici fra le ventisette diocesi tedesche, l’anno scorso sono state 40.913 le persone che hanno lasciato formalmente la Chiesa. L’anno precedente erano state 51.345

Lasciare formalmente la Chiesa in Germania richiede un procedimento non del tutto agevole. Il cattolico battezzato deve prenotare un appuntamento presso un ufficio anagrafico o un tribunale locale, fornire documenti validi e pagare una tassa di circa 35 euro. Dopo di che riceve una certificazione nella quale si afferma che il soggetto in questione non è più registrato come cattolico e quindi non è più soggetto al pagamento della tassa ecclesiastica. Allo stesso tempo, chi abbandona formalmente la Chiesa cattolica riceve dai funzionari della propria diocesi una lettera con la quale si comunica che l’ormai ex fedele cattolico non potrà più ricevere i sacramenti, ricoprire incarichi ecclesiastici o servire come padrino o madrina in battesimi e cresime.

Di pari passo con l’abbandono dei fedeli, anche i dati sulle vocazioni sacerdotali sono tutti in rosso.

Nel 2023 in Germania sono stati ordinati 38 nuovi sacerdoti (34 secolari e quattro religiosi), contro i 45 (33 secolari e 12 religiosi) dell’anno precedente.

In Francia nello stesso periodo sono stati ordinati 88 sacerdoti, mentre in Austria, dove i cattolici sono circa un quarto rispetto alla Germania, le ordinazioni sono state ventinove.

I dati del 2024 confermano la tendenza. Nelle cinque diocesi cattoliche della Renania Settentrionale-Vestfalia, l’area più popolosa della Germania, quest’anno saranno ordinati solo sette sacerdoti. E per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale non ci saranno ordinazioni sacerdotali nella diocesi di Würzburg e nell’arcidiocesi di Bamberg, entrambe situate in Baviera, tradizionale cuore della Chiesa cattolica tedesca.

In Germania (dati del 2023) i sacerdoti sono 11.702. Nel 2022 erano 11.987.

E i sacramenti? Sempre stando ai dati del 2023, i battesimi sono stati 131.245, in calo rispetto ai 155.173 del 2022, e le cresime sono scese a 105.942 rispetto alle 110.942 dell’anno precedente.

Il numero di matrimoni in chiesa è sceso a 27.565 rispetto agli oltre 35 mila dell’anno precedente.

In controtendenza è la percentuale di cattolici che frequentano la Messa, salita dal 5,7% del 2022 al 6,2% del 2023. Anche il numero di persone che dichiarano formalmente l’ingresso nella Chiesa cattolica è aumentato, passando dai 1.447 nel 2022 ai 1.559 nel 2023, ma non sono numeri tali da non compensare gli abbandoni.

Circa la partecipazione alla messa ci sono forti differenze tra una diocesi e l’altra. La diocesi di Görlitz (che si trova nell’ex Germania dell’Est e ha la popolazione cattolica più piccola tra le diocesi tedesche) fa registrare il record: le persone che partecipano regolarmente alla Messa sono il 13,9%. Al contrario, diocesi come Aquisgrana e Treviri, nella Germania occidentale, hanno registrato le percentuali più basse, pari al 4,2%.

Grazie alla tassa ecclesiastica nel 2022 la Chiesa cattolica tedesca ha raccolto la cifra record di 6,848 miliardi di euro, ma il gettito diminuirà significativamente nei prossimi anni a causa del calo del numero di cattolici e del peggioramento generale delle condizioni economiche.

Di qui i tagli. Come nella diocesi di Magonza (621 mila cattolici), dove le spese saranno ridotte del 25% nei prossimi anni.

Le cose non vanno molto meglio tra i protestanti. La Chiesa protestante di Germania (EKD), federazione di venti chiese regionali luterane, riformate e unite (queste ultime sono il risultato dell’unione di varie chiese protestanti), ha fatto sapere di aver perso 380 mila fedeli nel corso del 2023, con una diminuzione di oltre il cinque per cento delle entrate fiscali.

Il vescovo Kirsten Fehrs, presidente del Consiglio della EKD, ha dichiarato: “Stiamo diventando una chiesa più piccola e più povera. Dobbiamo affrontare questa realtà”.

Ma come reagisce la Conferenza dei vescovi cattolici tedeschi alla crisi senza precedenti?

È “una crisi globale” dice monsignor Georg Bätzing, presidente della Conferenza episcopale tedesca. Il quale, tuttavia, si affretta ad aggiungere che i cambiamenti proposti dal controverso “cammino sinodale” tedesco sono necessari con urgenza. Nessun passo indietro. Secondo il vescovo, “le riforme da sole non risolveranno la crisi della Chiesa, ma la crisi peggiorerà senza riforme. Ed è per questo che il cambiamento è necessario”.

E il vicario generale di Colonia, monsignor Guido Assmann, commenta: “La tendenza di noi cattolici a diventare meno numerosi è continua. Tuttavia, c’è anche uno sviluppo positivo: il numero di persone che lasciano la Chiesa è diminuito rispetto all’anno precedente”.

Chi si accontenta gode.

Fonti:

dbk.de

pillarcatholic.com



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