lunedì 18 dicembre 2023

Card. Burke: Alcuni vorrebbero che la Chiesa cambi la sua dottrina per adattarsi al mondo. Dimenticano però la conversione a Cristo.





Di Sabino Paciolla 18 Dicembre 2023


Di seguito segnalo all’attenzione e alla riflessione dei lettori di questo blog stralci di un articolo scritto da Louis Knuffke e pubblicato su Lifesitenews. Visitate il sito per leggere l’articolo nella sua interezza e valutate liberamente le varie opzioni offerte e le eventuali richieste. Ecco l’articolo nella mia traduzione.





Louis Knuffke

I commenti del cardinale sono stati pronunciati in un’omelia sulla festa di Nostra Signora di Guadalupe, tenuta al Santuario di Nostra Signora di Guadalupe a La Crosse, Wisconsin, fondato da Burke quando era vescovo di La Crosse.

Egli ha denunciato coloro che, tra i vescovi della Chiesa, vorrebbero cambiare ciò che è più essenziale per la sua costituzione divina – “la sua dottrina, il suo culto sacro e la sua disciplina”. L’accomodamento al mondo e il rifiuto di Dio si sono manifestati nelle richieste di cambiamento della Chiesa, che Burke ha condannato come niente di meno che l’abbandono di Cristo e l’apostasia dalla fede.

L’illusoria inclusività richiesta da tali vescovi, ha detto, mal si concilia con l’insistenza di Cristo nel Vangelo, secondo cui gli indegni saranno scacciati dal suo banchetto di nozze. Il cardinale ha dichiarato:

La Chiesa del nostro tempo si trova ad affrontare sfide simili, apparentemente impossibili. La vita umana stessa, il matrimonio e la famiglia e la pratica della fede sono tutti sotto costante attacco da parte di una cultura che rifiuta di riconoscere Dio e di sottomettersi in obbedienza ai suoi comandamenti. Molti oggi si ribellano violentemente a Dio che si rivela a noi attraverso la ragione e, in modo più pieno e perfetto, attraverso la fede cattolica. La ribellione ha sedotto anche i membri del Corpo mistico di Cristo, portandoli ad abbandonare Cristo e la sua Via, portandoli all’apostasia. Cosa dobbiamo fare noi? Cosa deve fare la Chiesa?

Alcuni, anche tra i vescovi, ci direbbero che la Chiesa deve cambiare la sua dottrina, il suo culto sacro e la sua disciplina per adattarsi alla cultura. Parlano di un necessario cambiamento di paradigma o di un modo sinodale mal definito che dichiara che tutti sono benvenuti nella Chiesa senza chiarire la conversione a Cristo che è necessaria per essere un membro del Suo Corpo Mistico.

Dimenticano che il re della parabola delle nozze, che aveva accolto tutti, “i buoni e i cattivi”, al banchetto di nozze per suo figlio, quando vide “un uomo che non aveva la veste nuziale”, lo fece cacciare dal banchetto. Nostro Signore conclude la parabola della festa di nozze con l’ammonimento: “Molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti”. Sì, Nostro Signore vuole che tutti noi partecipiamo al banchetto della grazia divina, ma non possiamo farlo se i nostri cuori, uniti al Cuore Immacolato di Maria, non riposano nel Suo Sacratissimo Cuore, se non ci lasciamo rivestire di Lui nella nostra vita quotidiana.

Rifacendosi alla Lettera Apostolica Novo Millennio Ineunte di Giovanni Paolo II, Burke ha insistito sul fatto che la vera risposta ai problemi che la Chiesa sta affrontando è l’accettazione del Deposito della Fede in tutta la sua ricchezza, il vivere la fede in una “buona e santa vita quotidiana” e la conoscenza, l’amore e l’imitazione di Gesù Cristo. Ha detto:
Il cammino della Chiesa nella crisi di oggi è lo stesso di sempre. L’insegnamento del Deposito della Fede e di tutte le ricchezze della Fede cattolica, la preghiera quotidiana e l’adorazione di Dio “in spirito e verità”, e una vita quotidiana buona e santa. Di fronte alla grande sfida del nostro tempo, Papa Giovanni Paolo II ci ha avvertito che non salveremo noi stessi e il nostro mondo scoprendo “qualche formula magica” o “inventando un nuovo programma”. In termini inequivocabili, ha dichiarato: “No, non saremo salvati da una formula, ma da una Persona e dalla garanzia che ci dà: Io sono con voi”.
Ci ha ricordato che il programma con cui dobbiamo affrontare efficacemente le grandi sfide spirituali del nostro tempo è, alla fine, Gesù Cristo vivo per noi nella Chiesa. Ha spiegato:
“Il programma esiste già: è il piano che si trova nel Vangelo e nella Tradizione vivente, è lo stesso di sempre. In definitiva, ha il suo centro in Cristo stesso, che deve essere conosciuto, amato e imitato, affinché in lui possiamo vivere la vita della Trinità e con lui trasformare la storia fino al suo compimento nella Gerusalemme celeste. Questo è un programma che non cambia con il mutare dei tempi e delle culture, anche se tiene conto del tempo e della cultura ai fini di un vero dialogo e di una comunicazione efficace”.








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