domenica 7 dicembre 2025

L’eutanasia fa strage di disabili in Canada



Nel 2024 sono morte con il Maid 16.499 persone, il 6,9% in più del 2023. Un terzo di questi erano disabili, uno su quattro ha scelto l'iniezione letale a causa della solitudine


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Di Leone Grotti, 07 dicembre 2025

Il Canada ha pubblicato (con enorme ritardo) il sesto rapporto annuale sull’eutanasia. Nel 2024 sono decedute attraverso il cosiddetto Aiuto medico a morire (Maid) 16.499 persone, il 6,9% in più del 2023 (15.247). Dalla legalizzazione dell’eutanasia, nel 2016, sono morte più di 76 mila persone e l’aumento percentuale in otto anni è stato del 1.520%, dati mostruosi che dovrebbero servire da monito a tutti coloro che vogliono approvare una legge sulla “buona morte”.

Anche il Canada, come altri paesi, fatica a tenere il conto di quante persone decidono di porre fine alla propria vita con l’eutanasia. Nel rapporto sono presenti infatti incongruenze delle quali, però, il governo sembra non curarsi. Secondo i dati nazionali, ad esempio, in Quebec sono morte 5.998 persone e nella British Columbia 2.997. Ma i numeri rilasciati dalle singole province parlano rispettivamente di 6.058 decessi e 3.000. A che cosa è dovuta questa discrepanza di 63 persone? Mistero.

Cresce l’eutanasia dei disabili

Non è un mistero, invece, che da quando in Canada è stata approvata nel 2021 la legge C-7 – che garantisce l’accesso all’eutanasia anche alle persone la cui morte non è «ragionevolmente prevedibile» (il cosiddetto “track 2”) – il numero di disabili uccisi con il Maid è aumentato a dismisura.

Se il numero di decessi, come detto, è aumentato del 6,9% nel 2024, quello dei casi rientranti nel Track 2 è cresciuto del 17%. Se nel 2021 sono morti 224 pazienti Track 2, nel 2022 il dato è salito a 469, nel 2023 a 625 e l’anno scorso a 732.

La legge prevede per accedere al Track 2 che il malato sia affetto da una «condizione medica grave e irreparabile», ma che cosa questo significhi nel concreto nessuno lo ha mai stabilito per legge.


I casi di eutanasia nel 2024 sono aumentati del 6,9% rispetto al 2023 (grafico Tempi)


Le vere cause alla base del Maid

Se l’eutanasia è stata approvata in Canada, come nel resto del mondo, per alleviare le sofferenze dei malati, il dolore non è neanche lontanamente tra le cause che spingono i canadesi a richiedere l’eutanasia.

Le prime cinque motivazioni citate dai malati che hanno chiesto l’eutanasia in Canada nel 2024 sono: 1) perdita della capacità di impegnarsi in attività significative, 2) perdita della capacità di svolgere le attività più comuni della vita quotidiana, 3) perdita di indipendenza, 4) perdita di dignità e 5) disagio emotivo, ansia, paura e sofferenza esistenziale. Il dolore viene solo al sesto posto.

Uno su quattro muore per la solitudine

Nel 2024, il 31,6% di tutti i casi di eutanasia ha riguardato persone con disabilità nel Track 1 (4.858) e addirittura il 61,5% nel Track 2 (437).

In termini assoluti, dunque, un canadese su tre che riceve l’eutanasia è disabile. Non solo. Una persona su quattro ha citato la solitudine e l’isolamento come causa principale per richiedere la “buona morte”.

Salvare il Canada dalla “buona morte”

Bisogna notare infine che nel Track 2 una persona su tre aveva problemi di salute mentale (oltre a patologie di natura fisica). A partire dal 2027 sarà sufficiente essere affetti da disturbi mentali per chiedere la “buona morte”. È facile prevedere per allora una nuova ondata di casi.

Anche per questo il problema del Canada si è ribaltato in meno di dieci anni: il paese è passato dal cercare di allargare le maglie dell’eutanasia al tentare disperatamente di restringerle.

Per questo a Ottawa si sta discutendo del disegno di legge C-218, il “Right to Recover Act”, che renderebbe illegale fornire l’eutanasia soltanto a chi ha problemi mentali.

«L’eutanasia mi riempie di energia»

Ma una volta aperto, non è facile richiudere il vaso di Pandora dell’eutanasia. Il Dipartimento della salute pubblica (Health Canada), ad esempio, ha pubblicato nuove linee guida per richiedere a medici e infermieri «di sollevare la possibilità dell’eutanasia con pazienti che potrebbero essere d’accordo o potrebbero avere i requisiti per accedere al Maid».

Questo punto contraddice clamorosamente una promessa fatta inizialmente dalle istituzioni canadesi: che nessuno sarebbe stato “spinto” a chiedere l’eutanasia e che un’iniziativa in tal senso sarebbe dovuta venire soltanto dal paziente.


La mail inviata dall’Associazione veterani di Nova Scotia a tutti i membri sponsorizzando l’eutanasia


Ma da tempo non è più così. Ha fatto scalpore, ad esempio, la notizia diffusa da un veterano canadese su un’email inviata dall’Associazione dei veterani di Nova Scotia. Nella missiva, l’Associazione invitava tutti i membri a partecipare il 20 novembre in una parrocchia anglicana a un incontro sull’eutanasia.

«Sono scioccato», ha dichiarato il veterano. Soprattutto perché il dottore invitato a parlare del Maid era Gordon Gubitz, che ad agosto ha dichiarato all’Atlantic: «L’eutanasia mi dà energia, è il lavoro più significativo della mia carriera. È triste che una persona debba soffrire tanto. È triste che una famiglia sia sconvolta dal dolore. Ma sono così felice che una persona ottenga ciò che desidera».






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