venerdì 24 maggio 2024

“Sia maledetta la proprietà privata!” Papa Francesco incontra (di nuovo) l’estrema sinistra







di Julio Loredo

Papa Francesco non è nuovo nell’ambito dell’estrema sinistra latinoamericana. In ben due occasioni (2014 e 2016) ha ospitato in Vaticano l’Incontro mondiale dei Movimenti popolari, gesto da più parti interpretato come un avallo pontificio alla sinistra populista e alla Teologia della liberazione.

Tra i principali organizzatori di questi incontri c’era l’argentino Juan Grabois, leader dei “cartoneros”; e il brasiliano João Pedro Stédile, leader del Movimento dos Sem Terra (MST). Essi condividono un acceso odio verso il capitalismo e la proprietà privata, e una non meno accesa infatuazione col socialismo marxista. “La proprietà privata ha, all’origine, un grande crimine che il tempo non potrà mai lavare”, proclama Grabois, echeggiando la celebre frase di Marx ed Engels: “Se vogliamo sintetizzare il comunismo, è l’abolizione della proprietà privata”.

Da parte sua, Stédile è fin troppo chiaro: “Nella formazione politica del MST studiamo Marx, Lenin, Gramsci. Ci ispiriamo alla scuola dei marxisti storici”. L’obiettivo del MST, secondo lui, è “istaurare il socialismo”, “sconfiggere la borghesia”, “controllare lo Stato”.

Nell’Incontro del 2014, tenutosi nell’Aula Vecchia del Sinodo nel Palazzo Apostolico, Papa Francesco spronò i partecipanti: “Andate avanti con la vostra lotta, cari fratelli e sorelle, è un bene per tutti noi”.

Interrogato da Il Fatto Quotidiano su questo Incontro, João Pedro Stédile rispose: “Il Papa ha dato un grande contributo con un documento irreprensibile, più a sinistra di molti di noi. (…) In duemila anni nessun Papa ha organizzato una riunione di questo tipo con dei movimenti sociali”.

Ed ecco che, dieci anni dopo, Francesco abbraccia di nuovo Stédile, questa volta nel corso dell’incontro “Arena di Pace”, tenutosi nell’Arena di Verona la scorsa settimana. Dedicato al tema della pace, l’incontro si è concluso con la pubblicazione di un Documento Finale che chiede la fine del “sistema economico che genera disuguaglianze e oligarchie”, e una “conversione in chiave ecologica integrale”.

Nel suo intervento conclusivo, Francesco non ha mancato di citarsi sé stesso, ricordando alcune parole dette in occasione del II Incontro dei Movimenti popolari, tenutosi in Bolivia nel 2015 sotto l’egida di Evo Morales. La menzione non è casuale, poiché all’incontro di Verona erano presenti alcuni dei leader di questi movimenti, a cominciare dallo stesso João Pedro Stédile.

Abbracciando il Papa nell’atto conclusivo di Verona, Stédile gli ha chiesto di benedire una bandiera del MST, cosa che Francesco ha fatto ipso facto. Ricordiamo che, secondo il magistrato Gilberto Thums, che ha investigato per anni il movimento, “loro [MST] impiegano tattiche di guerriglia rurale per invadere i territori previamente scelti dai leader. Anche se non esibiti al pubblico, i manuali di guerriglia sono best-seller negli accampamenti del MST”.

Nel suo discorso davanti al Papa, a Verona (2024), Stédile ha citato il defunto vescovo di São Félix do Araguaia, in Brasile: “Vorrei, Santo Padre, citare un verso del nostro vescovo dei senza terra, Pedro Casaldáliga. Egli ci disse: ‘Maledette tutte le recinsioni, maledette tutte le proprietà private [lungo applauso del pubblico] che ci impediscono di vivere e di amare’. Grazie!”.

Ricordiamo che Pedro Casaldaliga, autodefinitosi “Monsignor Falce e Martello”, è quello che, nel corso della “Serata Sandinista” a San Paolo del Brasile nel 1980, indossò una divisa da guerrigliero, dichiarando: “Vorrei ringraziare questo sacramento di liberazione che ricevo con i fatti e, se ce ne fosse bisogno, anche col sangue! Vestito da guerrigliero io mi sento come vestito da sacerdote. La guerriglia e la Messa sono la stessa celebrazione che ci spinge verso la stessa speranza. Dobbiamo testimoniare il nostro impegno fino alla morte!”.

Il primo a riportare le maledizioni di Monsignor Falce e Martello contro la proprietà privata è stato forse il prof. Plinio Corrêa de Oliveira nel libro «La Chiesa di fronte alla montante minaccia comunista», pubblicato nel 1976. Il leader cattolico vi tracciava la storia dell’infiltrazione comunista nella Chiesa in Brasile, facendo quindi un appello ai vescovi perché la fermassero. Secondo il vaticanista Rocco Morabito, l’opera arrivò in posti altolocati: “In diverse epoche era possibile vedere sui tavoli di lavoro in Vaticano esemplari del libro di Plinio Corrêa de Oliveira «La Chiesa di fronte alla montante minaccia comunista», che contiene appunto lunghe citazioni di scritti e poesie di mons. Pedro Casaldáliga”.

Sembra che adesso questa infiltrazione sia arrivata molto più in alto.

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