domenica 2 luglio 2023

Papa Francesco nomina Fernández nuovo capo della dottrina cattolica, ghostwriter di Amoris laetitia




Vi proponiamo – in nostra traduzione [Messa in latino]– l’articolo del vaticanista Michael Haynes, pubblicato il 1º luglio sul sito LifeSiteNews.
L’autore evidenzia che la nomina da parte di papa Francesco dell’Arcivescovo argentino mons. Víctor Manuel Fernández alla massima carica dottrinale del Vaticano ha sollevato preoccupazioni per il suo sostegno alla comunione ai divorziati e «risposati», per la promozione di azioni erotiche e per la minimizzazione dell’insegnamento della Chiesa che si oppone al «matrimonio» tra persone dello stesso sesso (QUI e QUI su MiL).

L.V.




Papa Francesco nomina il nuovo capo della dottrina vaticana, alleato di lunga data e ghostwriter dell’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia


Papa Francesco ha nominato mons. Victor Manuel Fernández, controverso Arcivescovo di La Plata, nuovo Prefetto del Dicastero per la dottrina della fede, noto per il suo ruolo di amico di lunga data del Papa e teologo, nonché ghostwriter di numerosi testi papali tra cui l’esortazione apostolica postsinodale Amoris Laetitia.


Dando la notizia il 1º luglio, la Sala Stampa della Santa Sede ha dichiarato che papa Francesco ha chiamato mons. Victor Manuel Fernández a succedere all’uscente card. Luis Francisco Ladaria Ferrer S.I., che è giunto alla «conclusione del mandato», avendo ricoperto l’incarico dal 2017.


Mons. Victor Manuel Fernández, 69 anni, come papa Francesco, è originario dell'Argentina ed è stato elevato ad Arcivescovo il 13 maggio 2013, a soli due mesi dall’inizio del nuovo Pontificato. Il loro stretto rapporto risale al periodo in cui papa Francesco era prelato in Argentina, con l’allora card. Jorge Mario Bergoglio che dava a mons. Fernandez consigli sulle sue scelte di carriera clericale.


Questo ha fatto sì che il card. Bergoglio portasse mons. Fernández alla Quinta Conferenza generale dell’Episcopato latinoamericano del 2007 come peritus, o esperto.


Nel 2009 è stato nominato dal card. Jorge Mario Bergoglio Rettore della Pontificia Universidad Católica Argentina Santa María de los Buenos Aires, ma ha ottenuto l’incarico solo nel 2011, dopo aver completato l’interrogatorio e risposto alle obiezioni della Congregazione per la dottrina della fede. Il trattamento riservato dalla CDF a mons. Victor Manuel Fernández avrebbe fatto arrabbiare il card. Bergoglio all’epoca.


A dicembre e gennaio sono emerse molte speculazioni sulla possibile nomina di Heiner Wilmer S.C.I., eterodosso Vescovo di Hildesheim, a nuovo Prefetto del Dicastero per la dottrina della fede. Papa Francesco aveva in effetti preso in considerazione la nomina di mons. Wilmer, ma è stato bloccato da diversi Cardinali che sono intervenuti presso il Vaticano per non effettuare la nomina.


Mons. Victor Manuel Fernández assumerà ora il suo nuovo ruolo di Prefetto dell’ufficio dottrinale della Chiesa a metà settembre. Con mons. Fernández ora a capo del Dicastero per la dottrina della fede, la sua lista comprende, come approfondito nell'articolo che segue:


- promozione e difesa accanita dell’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia, che apre la porta alla Comunione per i divorziati e «risposati»;
- promozione pubblica di baci e azioni erotiche;
- sminuire la necessità di opporsi al matrimonio omosessuale;
- affermazione di essere più progressista del Papa su alcune questioni.


Alleato papale chiave e ghostwriter

La carriera di mons. Victor Manuel Fernández è stata a lungo guidata da papa Francesco, sia prima che dopo la sua ascesa al soglio pontificio. Questo legame intimo è cresciuto dal 13 marzo 2013, quando mons. Fernández è stato riconosciuto come «principale ghostwriter» e «teologo di fiducia» di papa Francesco.


Ciò include la sua ghost-writing dell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, della lettera enciclica Laudato si’ e della molto controversa esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia.


Il suo ruolo nella stesura dell’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia non dovrebbe essere inaspettato: infatti, papa Francesco aveva affidato a mons. Victor Manuel Fernández ruoli chiave nella gestione della III Assemblea generale straordinaria (ottobre 2014) e della XIV Assemblea generale ordinaria (ottobre 2015) del Sinodo dei Vescovi che hanno portato alla controversa esortazione apostolica postsinodale.


L’ormai famigerato capitolo 8 dell’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia ha aperto la porta alla possibilità per i divorziati e «risposati» di ricevere la Santa Comunione. Papa Francesco ha subito risposto alle domande dicendo che non c’è «nessun’altra interpretazione» di Amoris laetitia se non quella fornita dai Vescovi di Buenos Aires che permette la Comunione ai divorziati e risposati.


Successivamente è stato chiesto a papa Francesco se l’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia contenesse un «cambiamento nella disciplina che regola l’accesso ai sacramenti» per i cattolici divorziati e «risposati». Ha risposto: «Posso dire di sì, punto». Nel giro di pochi mesi, un gruppo di studiosi cattolici ha inviato una lettera a tutti i Cardinali e Patriarchi, avvertendo che Amoris laetitia conteneva «pericoli per la fede».


Si ritiene che mons. Victor Manuel Fernández sia il principale responsabile delle righe che hanno suscitato tanta costernazione tra i fedeli cattolici. Tanto che il veterano giornalista vaticanista Sandro Magister ha evidenziato come i passaggi più controversi del testo rispecchiassero in realtà molto da vicino gli scritti dello stesso mons. Fernández degli anni precedenti, quando era in Argentina.


Nella sua personale difesa dell’esortazione apostolica postsinodale Amoroso laetitia, mons. Victor Manuel Fernández ha sostenuto che:

È lecito anche chiedersi se gli atti di convivenza more uxorio [cioè avere rapporti sessuali] debbano sempre rientrare, nel loro significato integrale, nel precetto negativo di «fornicazione»… ci può essere un cammino di discernimento aperto alla possibilità di ricevere il cibo dell’Eucaristia… Dico «nel loro significato integrale», perché non si può sostenere che quegli atti siano in ogni caso gravemente disonesti in senso soggettivo.

La «grande innovazione di papa Francesco è quella di permettere che un discernimento pastorale nell’ambito del foro interno abbia conseguenze pratiche nel modo di applicare la disciplina», ha scritto mons. Victor Manuel Fernández.


Il benvenuto di papa Francesco


In una lettera di benvenuto al nuovo Prefetto del Dicastero per la dottrina della fede, papa Francesco lo ha salutato come «fratello», scrivendo che «lo scopo centrale del Dicastero per la dottrina della fede è quello di custodire l’insegnamento che scaturisce dalla fede per “dare una ragione alla nostra speranza, ma non come nemici che additano e condannano”».


Papa Francesco ha condannato il Dicastero per la dottrina della fede, dicendo che «in altri tempi [esso] è arrivato a usare metodi immorali. Erano tempi in cui, invece di promuovere la conoscenza teologica, si perseguivano possibili errori dottrinali. Quello che mi aspetto da voi è certamente qualcosa di molto diverso».


Citando l’esortazione apostolica Evangelii gaudium, papa Francesco ha esortato mons. Victor Manuel Fernández a riconoscere che la Chiesa «ha bisogno di crescere nella sua interpretazione della Parola rivelata e nella sua comprensione della verità», aggiungendo:

Abbiamo bisogno di un modo di pensare che possa presentare in modo convincente un Dio che ama, che perdona, che salva, che libera, che promuove le persone e le chiama al servizio fraterno.

Solo ieri mons. Victor Manuel Fernández aveva postato online una foto al fianco di papa Francesco, lodando il Pontefice per la sua etica del lavoro dopo aver trascorso «una settimana» con lui.


Mons. Victor Manuel Fernández e papa Francesco 
spingono insieme contro la dottrina


Nel 2015, mons. Victor Manuel Fernández ha elogiato il Pontificato di papa Francesco, sostenendo che «No, non si torna indietro» dal suo corso di azioni. «Per esempio, il Papa è convinto che le cose che ha già scritto o detto non possono essere condannate come un errore. Pertanto, in futuro chiunque potrà ripetere quelle cose senza temere di essere sanzionato», ha dichiarato.


Separatamente, mons. Victor Manuel Fernández ha detto:

l Papa va piano perché vuole essere sicuro che i cambiamenti abbiano un impatto profondo. La lentezza è necessaria per garantire l’efficacia dei cambiamenti… Bisogna rendersi conto che sta puntando a una riforma che è irreversibile. Se un giorno dovesse percepire che il tempo a sua disposizione sta per scadere e che non ha abbastanza tempo per fare ciò che lo Spirito gli chiede, potete star certi che accelererà.

mons. Victor Manuel Fernández ha persino dichiarato apertamente che «in molte questioni sono molto più progressista del Papa».


In effetti, il ruolo di mons. Victor Manuel Fernández nella stesura dell’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia è ora più attuale che mai. Solo pochi giorni fa è stato pubblicato l’ultimo documento destinato a guidare la XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi (ottobre 2023).


Pur promuovendo pesantemente le questioni e l’ideologia LGBT, il documento (Instrumentum laboris) spinge l’interpretazione ampiamente accettata, e approvata da papa Francesco, dell’esortazio s apostolica postsinodale Amoris laetitia che consente ai divorziati e «risposati» di accedere alla Santa Comunione come una questione già definita. Il documento afferma che:

Alcuni interrogativi emersi dalla consultazione del Popolo di Dio riguardano questioni su cui già esiste uno sviluppo magisteriale e teologico a cui fare riferimento: per limitarci a due esempi, basta pensare all’accoglienza dei divorziati risposati, tema trattato nell’Esortazione Apostolica Post-Sinodale Amoris laetitia, o all’inculturazione della liturgia, oggetto dell’Istruzione Varietates legitimae (1994) della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Il fatto che su punti di questo tipo continuino a emergere domande non può essere liquidato sbrigativamente, ma deve essere oggetto di discernimento e l’Assemblea sinodale è un ambito privilegiato per farlo.

Nel corso delle sue numerose tappe finora, il Sinodo sulla sinodalità è stato coerente nella sua spinta verso la necessità di «accogliere» i «divorziati e risposati, le persone in matrimonio poligamico o le persone LGBTQ+». Ora, il suo ultimo documento promuove l’insegnamento anticattolico dell’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia, permettendo ai divorziati e «risposati» di ricevere la Comunione, nel momento in cui l’autore del documento assumerà una delle più alte cariche della Chiesa cattolica, come Prefetto del Dicastero per la dottrina della fede.


Inoltre, un importante Cardinale vaticano ha rivelato qualche settimana fa che il Vaticano sta elaborando un documento sui divorziati e «risposati» in linea con i desideri di papa Francesco. Il card. Kevin Joseph Farrell, Prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, ha dichiarato ad aprile che «il Dicastero sta lavorando alla preparazione di un testo che riguardi specificamente – come Lei desiderava, Santità – uomini e donne che, avendo alle spalle il fallimento del matrimonio, vivono in nuove unioni».


Il card. Kevin Joseph Farrell è stato anche un coerente e ardente promotore dell’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia, affermando che «credo fermamente che [Amoris laetitia] sia l’insegnamento della Chiesa. È un documento pastorale che ci dice come dobbiamo procedere. Credo che dovremmo prenderlo così com’è».


Al contrario, l’esortazione apostolica Familiaris consortio di Dan Giovanni Paolo II ha sostenuto l’insegnamento di lunga data della Chiesa cattolica secondo cui i divorziati e risposati, le cui precedenti unioni non sono state dichiarate nulle dalla Chiesa, non possono ricevere la Santa Comunione. San Giovanni Paolo II ha scritto:

La Chiesa, tuttavia, ribadisce la sua prassi, fondata sulla Sacra Scrittura, di non ammettere alla comunione eucaristica i divorziati risposati. Sono essi a non poter esservi ammessi, dal momento che il loro stato e la loro condizione di vita contraddicono oggettivamente a quell’unione di amore tra Cristo e la Chiesa, significata e attuata dall'Eucaristia. C’è inoltre un altro peculiare motivo pastorale: se si ammettessero queste persone all’Eucaristia, i fedeli rimarrebbero indotti in errore e confusione circa la dottrina della Chiesa sull'indissolubilità del matrimonio.



L’«arte del bacio» e il «matrimonio» omosessuale



Mentre la Sala Stampa della Santa Sede ha elencato numerosi libri e opere scritte di mons. Victor Manuel Fernández, mancava in particolare la sua opera del 1995 «Guariscimi con la tua bocca: L’arte del bacio». Difendendo il libro, mons. Fernández ha dichiarato che:


[In] queste pagine voglio sintetizzare il sentimento popolare, ciò che la gente prova quando pensa a un bacio, ciò che sperimenta quando bacia… Così, cercando di sintetizzare l’immensa ricchezza della vita, queste pagine sono emerse a favore del bacio. Spero che vi aiutino a baciare meglio, che vi motivino a liberare il meglio di voi stessi in un bacio.


Tuttavia, come riportato in precedenza dal sito LifeSiteNews, sebbene mons. Victor Manuel Fernández abbia difeso il libro come un’analisi del bacio che pretende di essere un’opera spirituale e teologica, esso è inequivocabilmente erotico e spesso suggestivo di relazioni sessuali ambigue in cui i generi dei partecipanti non sono specificati. Il libro contiene anche diverse foto di statue e opere d’arte che ritraggono persone che si baciano e si abbracciano appassionatamente in posizioni intime ed erotiche.


Oltre a poesie e versi erotici sul bacio, il libro contiene consigli su come rendere il proprio corpo più attraente per l’altro quando si è impegnati in un bacio intimo.


Le opinioni eterodosse di mons. Victor Manuel Fernández non si limitano tuttavia alla promozione di letteratura esplicita. Nel 2014 ha dichiarato pubblicamente di aver minimizzato la necessità di opporsi al «matrimonio» tra persone dello stesso sesso:
… occorre anche fare riferimento a un contesto vicino a noi, che sia sempre positivo alla luce di ciò che si sta considerando o proponendo. Ad esempio, non serve opporsi al matrimonio omosessuale perché la gente tende a vederci come un gruppo di individui risentiti, crudeli, insensibili, persino esagerati. Tutt’altra cosa è parlare della bellezza del matrimonio e dell’armonia delle differenze che fanno parte dell’alleanza tra un uomo e una donna. Questo contesto positivo parla da solo quando si tratta di dimostrare che l’uso dello stesso termine «matrimonio» per descrivere le unioni omosessuali non è adatto.

Resta ora da vedere quale impatto avrà sulla vita dei cattolici di tutto il mondo la promozione pubblica e coerente dell’insegnamento anticattolico di mons. Victor Manuel Fernández.








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