Giovani alla Messa in rito antico nella Basilica di San Pietro per la festa dell'Arcangelo S. Michele il 29 sett. 2021 |
Lettera di san Pio da Pietrelcina alla figlia spirituale Annita Rodote
"Ad evitare irriverenze ed imperfezioni nella casa di Dio, nella chiesa, che il divin Maestro suole chiamar la casa di orazione, ti esorto nel Signore a praticare le seguenti cose.
Entra in chiesa in silenzio e con gran rispetto, tenendoti e riputandoti indegna di comparire davanti alla maestà del Signore.
Tra le altre devote considerazioni, pensa che l'anima nostra è tempio di Dio, e come tale dobbiamo conservarla pura e monda davanti a Dio ed agli angioli suoi e copriamoci il volto di rossore per aver dato tante volte adito al demonio con le sue insidie, con le sue lusinghe al mondo, con i suoi fasti, alla carne con il non aver saputo tener puro il nostro cuore e casto il nostro corpo, per aver dato, dico, adito ai nostri nemici di insinuarsi nei nostri cuori, profanando in tal guisa il tempio di Dio, quale noi diveniamo pel santo Battesimo.
Prendi poi l'acqua benedetta e fa bene e con lentezza il segno della nostra redenzione.
Appena sei in vista del Dio sacramentato, fa' devotamente la genuflessione.
Trovato il posto, inginocchiati e rendi a Gesù sacramentato il tributo della tua preghiera e della tua adorazione. Confida a lui tutti i tuoi e gli altrui bisogni, parlagli con abbandono filiale, dà sfogo libero al tuo cuore e lascia piena libertà a lui di operare in te come meglio gli piace.
Assistendo alla Santa Messa e alle sacre funzioni, usa molta gravità nell'alzarti, nell'inginocchiarti, nel metterti a sedere; e compi ogni atto religioso con la più grande devozione.
Sii modesta negli sguardi, non voltare la testa di qua e di là per vedere chi entra e chi esce; non ridere per riverenza al luogo santo ed anche per riguardo a chi ti sta vicino; studiati di non profferir parola con chi che sia, a meno che la carità ovvero una stretta necessità non lo esiga.
Se preghi in comune, pronunzia distintamente le parole della preghiera, fa' bene le pause e non affrettarti mai.
Insomma, diportati in guisa che tutti gli astanti ne rimangano edificati e siano per mezzo tuo spinti a glorificare e ad amare il Padre celeste.
Nell'uscire di chiesa abbi un contegno raccolto e calmo: saluta per primo Gesù sacramentato, domandagli perdono delle mancanze commesse alla sua divina presenza e non partirne da lui se prima non gli hai chiesto e da lui non ne hai ottenuta la paterna benedizione".
(25 luglio 1915. Epistolario, Vol. III)
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