sabato 8 aprile 2023

Sabato Santo. Nel silenzio e nell'attesa





Il Sabato Santo è "l'Ora della Madre": poiché - dicono antichi autori - in quel giorno tutta la Chiesa si raccolse nel suo cuore di Madre, e con la Chiesa in Lei si raccolsero e fiorirono le speranze e le attese del mondo. Dunque anche quelle del nostro oggi di ogni domani.




Nel silenzio e nello smarrimento del Sabato Santo rimaniamo nel silenzio dell’attesa di Maria, che vive intatta la fede nel Dio della vita, mentre il corpo del Crocifisso giace nel sepolcro. In questo tempo che sta tra l’oscurità più fitta – "si fece buio su tutta la terra" (Mc 15,33) – e l’aurora del giorno di Pasqua – "di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato… al levar del sole" (Mc 16,2) – Maria rivive le grandi coordinate della sua vita, che risplendono sin dal momento dell’Annunciazione e caratterizzano il suo pellegrinaggio nella fede. Proprio così ella parla al nostro cuore, a noi, pellegrini nel "Sabato santo" della storia.
Colei che ha ricevuto il dono di fidarsi fino in fondo del disegno di Dio e ne ha conosciuto nel suo intimo la potenza e la gloria ci insegni a credere anche nelle notti della fede, a celebrare la gloria dell’Altissimo nell’esperienza dell’abbandono, a proclamare il primato di Dio e ad amarlo e adorarlo anche nei suoi silenzi e nelle nostre apparenti sconfitte. Intercedi per noi, o Madre, perché sia autentica rafforzata e alimentata la nostra Fede!
Il Sabato Santo è il Sabato di Maria. Ella lo vive nel dolore illuminato da una fede purissima. Ed è lei che sorregge i discepoli dispersi e anche delusi e disorientati.
In lei e con lei sono le nostre attese e le nostre speranze, il nostro commino nella fatica e nella gioia, nel dolore e nella fiducia, nelle domande su chi siamo e dove stiamo andando insieme alla nostra Chiesa che amiamo.
Insieme a Maria, l'attesa è silenziosa e dolente, ma piena di Speranza. Quel sacro silenzio che accompagna e avvolge i momenti più gravi e intensi come questo tempo sospeso ma comunque santificato dall'Azione di Dio, il Dio nascosto e silenzioso, che ci si rivela nel suo agire e nel nostro agire-con-lui. Un tempo che segue e prelude il Fatto più dirompente della Storia: la Croce e la Risurrezione, che prepara l'Ottavo giorno, quello della Creazione Nuova, il giorno eterno del Signore.
È questo il silenzio, l'attesa, la speranza e la gioia di cui siamo testimoni.
Un invito al silenzio e alla preghiera

Preghiamo tutti anche per la nostra Santa Chiesa perché in Cristo Signore morto e risorto sia unita e possa guarire le sue lacerazioni.
Perché come il corpo di Cristo sfigurato porta su di sé i segni dei nostri peccati, così la Chiesa corpo mistico di Cristo porta le lacerazioni prodotte dal peccato.
Ma in Cristo Risorto quel corpo mistico vince le ferite e le lacerazioni e diventa ogni volta luminosa espressione della luce di Cristo, che illumina il mondo.
La stessa Passione del Signore, soprattutto nel testo giovanneo, prefigura la gloria della Resurrezione: è una vera ascesa al trono.
Tutti i misteri "si tengono" alla luce della regalità di Cristo.
E il Demonio, figlio della divisione, è rimasto impigliato all'amo della Croce.
Regnavit a ligno Deus!

Il segreto del silenzio


Nel silenzio di Maria Santissima è racchiusa la potenza, la sapienza, la grazia, la gloria di Dio, Uno e Trino. Sembra chiaro ormai che solo un essere umano senza macchia originale ed attuale ha potuto essere scelto come Madre del Figlio. E solo il Figlio, in quanto uomo e Dio, ha potuto vivere la vita che ha vissuto. Sia chiaro, nessun prevalere della natura divina su quella umana, né tanto meno il contrario. Entrambi, Madre e Figlio, rappresentano il massimo della fortezza, della Fede, sopportano lo strazio, il raccapriccio, l'ingiustizia, il martirio con una dignità tutta umana e ad un tempo santissima. Solo il Re dei re e la Regina delle regine hanno potuto passare attraverso l'inferno con tale dignità, mentre nel dolore e nei dolori di entrambi splende la grandezza della Fede e la fortezza, che nel loro caso è somma di tutte le virtù teologali e cardinali. In Loro assolutamente non vediamo i vinti, no. In Loro vi è il massimo esempio della umanità redenta.
Spiace che la Loro vita, la Loro storia spesso si sia cristallizzata in figurine senza vita, incorniciate da stucchi tardo romantici. I Loro sentimenti invece erano/ sono grandi, forti, con orizzonti vasti di terra e Cielo e Cielo e terra in eterna osmosi.
Noi abbiamo perduto tutto questo, tra noi nulla resta della Loro Fede, della Loro tempra, della Verità in cui vissero, di cui vissero, nella quale ci avevano chiamati e non si stancano di chiamarci a vivere e della quale vivere. La forza della Verità è la forza che noi abbiamo completamente perduto. Questo è il motivo per il quale siamo precipitati nella schiavitù della animalità, dalla quale non riusciamo più ad uscire. Ma proprio il Signore Risorto infrange tutti i sepolcri dei redenti dal suo Sangue prezioso e affida a noi la preghiera e l'offerta - il supplemento di Calvario per la redenzione dei molti, anzi troppi - ancora in pesanti catene. 




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