domenica 25 settembre 2022

Molti confondono l’accidia con la pigrizia. Ma non è così




 25 SETTEMBRE 2022


da Accidia. Pigrizia o pseudo virtù moderna, di padre Luca M.genovese, in “Il Settimanale di Padre Pio”, n.43

Tutti pensano che l’accidia corrisponda piò o meno alla pigrizia, alla noia, al tedio ed alla poca voglia di lavorare. sarebbe il vizio degli scansafatiche e dei mangiapane a ufo.

(…)

Il grande santo dell’antichità, san Giovanni Climaco (morto nel 650), monaco del monte Sinai, maestro di una fiorente comunità monastica e grande conoscitore dell’animo umano, dell’accidia dà tutt’altra spiegazione: l’accidioso in realtà è un “attivista”. Ma che tipo di attività svolge?

Egli dice: “Spesso (l’accidia) nasce come un rampollo tra i rami della loquacità (…) l’accidia è la paresi dell’anima per cui la mente si infiacchisce, l’ascesi viene trascurata, la vocazione è detestata. esaltando i beni del mondo calunnia la misericordia e la filantropia divina, allenata la tensione della salmodia e rende fiacca la preghiera, mentre infonde una ferrea energia per i servizi, sollecitudine per i lavori manuali e riprovazione per l’ubbidienza (…).”

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L’accidia è l’inno all’attività e la nemica della contemplazione, la distruttrice dell’ubbidienza nel nome del diritto e del progresso.

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L’accidia è il dogma dell’attività folle senza senso che si getta nel lavoro e nella produzione pur di non pensare a Dio, alla sua Legge ed al suo giudizio: una specie di ubriacatura dell’animo davanti alle realtà eterne sempre più imminenti.

C’è chi si ubriaca con l’alcool per non pensare alle proprie responsabilità, e chi si ubriaca di lavoro per non pensare a Dio ed alla preghiera dovuta, al fine ultimo della propria esistenza e all’esigenza di convertirsi. Il risultato è la nevrosi del vivere.

(…)

Lo zelo per il governo laico del mondo, l’indipendenza dell’uomo dalle divine leggi rivendicata come un diritto, il voler sempre cambiare disprezzando gli esempi santi degli antichi, questa è l’attuale accidia e la modernità vi sprofonda dentro come in un fango avvinghiante dal quale non può più uscire.

(…).






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