Quanti cattolici conoscono queste disposizioni necessarie per ricevere la Santa Eucarestia, senza incorrere nel sacrilegio?
Per fare degnamente la Santa Comunione si richiedono tre cose:
1 - Essere in stato di grazia e cioè senza peccato mortale
2 - Sapere e pensare Chi si va a ricevere
3 - Essere digiuni da almeno un’ora (eccezione fatta per l’acqua e le medicine).
Gli anziani, coloro che sono affetti da qualche infermità e le persone addette alle loro cure, possono ricevere la santissima Eucaristia anche se hanno preso qualcosa entro l'ora antecedente.
Chi è consapevole di essere in peccato mortale può comunicarsi dopo aver fatto un atto di contrizione con il proposito di confessarsi dopo?
Chi è consapevole di essere in peccato grave, per quanto sia pentito, deve confessarsi prima di ricevere l’Eucaristia, a meno che non vi sia una ragione grave per accedere alla comunione unita all’impossibilità di confessarsi; nel qual caso si ricordi di porre un atto di contrizione perfetta, che include il proposito di confessarsi quanto prima.
Che peccato commette chi riceve l’Eucaristia in peccato mortale?
Chi riceve l’Eucaristia in peccato mortale commette un grave sacrilegio, in quanto profana ciò che vi è di più sacro in mezzo a noi, cioè il Corpo santissimo di Cristo.
Chi è in peccato mortale, e non può quindi comunicarsi, deve ugualmente andare alla Messa nei giorni festivi?
L’obbligo di ascoltare la Messa nei giorni festivi è distinto da quello della comunione. Chi non è nelle condizioni di comunicarsi deve ascoltare la Messa e rimandare la comunione.
Quando è obbligatoria la comunione?
La comunione è obbligatoria ogni anno nel periodo pasquale, e inoltre in pericolo di morte (viatico). Chi non si è comunicato entro il periodo pasquale deve farlo al più presto.
Si può ricevere più volte la comunione eucaristica in un giorno?
Chi ha già ricevuto la santissima Eucaristia, può riceverla di nuovo lo stesso giorno, soltanto entro la Celebrazione Eucaristica alla quale partecipa.
I fedeli che si trovano in pericolo di morte derivante da una causa qualsiasi, ricevano il conforto della sacra comunione come Viatico. Anche se avessero ricevuto nello stesso giorno la sacra comunione, tuttavia si suggerisce vivamente che quanti si trovano in pericolo di morte, si comunichino nuovamente. Perdurando il pericolo di morte, si raccomanda che la sacra comunione venga amministrata più volte, in giorni distinti. Il santo Viatico per gli infermi non venga differito troppo; coloro che hanno la cura d'anime vigilino diligentemente affinché gli infermi ne ricevano il conforto nel pieno possesso delle loro facoltà
Si può ricevere la comunione fuori della Santa Messa?
La sacra Comunione deve essere ricevuta nella stessa Celebrazione Eucaristica; tuttavia a coloro che la chiedono per una giusta causa fuori della Messa venga data, osservando i riti liturgici.
Un bambino in pericolo di morte può ricevere la comunione?
Per poter amministrare la santissima Eucaristia ai fanciulli, si richiede che essi posseggano una sufficiente conoscenza e una accurata preparazione, così da percepire, secondo la loro capacità, il mistero di Cristo ed essere in grado di assumere con fede e devozione il Corpo del Signore. Tuttavia ai fanciulli che si trovino in pericolo di morte la santissima Eucaristia può essere amministrata se possono distinguere il Corpo di Cristo dal cibo comune e ricevere con riverenza la comunione. È dovere innanzitutto dei genitori e di coloro che ne fanno le veci, come pure dei parroci, provvedere affinché i fanciulli che hanno raggiunto l'uso di ragione siano debitamente preparati e quanto prima, premessa la confessione sacramentale, alimentati di questo divino cibo; spetta anche al parroco vigilare che non si accostino alla sacra Comunione fanciulli che non hanno raggiunto l'uso di ragione o avrà giudicati non sufficientemente disposti.
I divorziati risposati civilmente, gli scomunicati e gli interdetti, e gli altri che ostinatamente perseverano in peccato grave manifesto possono accostarsi alla comunione?
Non sono ammessi alla sacra Comunione gli scomunicati e gli interdetti, dopo l'irrogazione o la dichiarazione della pena e gli altri che ostinatamente perseverano in peccato grave manifesto.
Per quanto riguarda i divorziati risposati civilmente, “la Chiesa afferma che essi si trovano in una situazione che oggettivamente contrasta con la legge di Dio e perciò non possono accedere alla Comunione eucaristica, per tutto il tempo che perdura tale situazione”.
Questa norma non ha affatto un carattere punitivo o comunque discriminatorio verso i divorziati risposati, ma esprime piuttosto una situazione oggettiva che rende di per sé impossibile l'accesso alla Comunione eucaristica: «Sono essi a non poter esservi ammessi, dal momento che il loro stato e la loro condizione di vita contraddicono oggettivamente a quell'unione di amore tra Cristo e la Chiesa, significata e attuata dall'Eucaristia.
C'è inoltre un altro peculiare motivo pastorale; se si ammettessero queste persone all'Eucaristia, i fedeli rimarrebbero indotti in errore e confusione circa la dottrina della Chiesa sull'indissolubilità del matrimonio».
Per i fedeli che permangono in tale situazione matrimoniale, l'accesso alla Comunione eucaristica è aperto unicamente dall'assoluzione sacramentale, che può essere data «solo a quelli che, pentiti di aver violato il segno dell'Alleanza e della fedeltà a Cristo, sono sinceramente disposti ad una forma di vita non più in contraddizione con l'indissolubilità del matrimonio.
Ciò importa, in concreto, che quando l'uomo e la donna, per seri motivi - quali, ad esempio, l'educazione dei figli - non possono soddisfare l'obbligo della separazione, “assumano l'impegno di vivere in piena continenza, cioè di astenersi dagli atti propri dei coniugi”» .In tal caso essi possono accedere alla comunione eucaristica, fermo restando tuttavia l'obbligo di evitare lo scandalo.
In questa prospettiva, anche, il fedele che convive abitualmente con una persona che non è la legittima moglie o il legittimo marito, non può accedere alla Comunione eucaristica.
Ciò non significa che la Chiesa non abbia a cuore la situazione di questi fedeli, essa si preoccupa di accompagnarli pastoralmente e di invitarli a partecipare alla vita ecclesiale nella misura in cui ciò è compatibile. La partecipazione alla vita della Chiesa non è esclusivamente ridotta alla questione della recezione dell'Eucaristia.
I fedeli che per la loro situazione non possono accedere alla comunione possono partecipare al al sacrificio di Cristo nella Messa, e anche se non possono ricevere la comunione sacramentale, possono unirsi a Lui con la comunione spirituale, con la preghiera, la meditazione della Parola di Dio, e partecipare alle opere di carità e di giustizia.
(Cf. Esort. apost. Familiaris consortio, n. 84: AAS 74 (1982) 185).
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