
by Aldo Maria Valli 12 nov 2025
[Conversione] Che la “chiesa sinodale” non richiede più
Mentre il mondo è sommerso da un diluvio di empietà, peccato e perversione, un vero oceano di nero catrame spirituale, la gerarchia sinodale è ossessionata dall’idea di fondare una nuova religione all’insegna di un umanesimo eco-pagano massonico.
Dio ha ripetutamente inviato la Madre per avvertirci della sua imminente ira, che ora viene a malapena trattenuta. A La Salette, nel 1846, Maria apparve a Melania e Massimino con gravi avvertimenti circa l’empietà, la carestia e la punizione divina se gli uomini avessero continuato a offendere Dio. Nel 1917, a Fatima, invitò alla preghiera, alla penitenza e alla consacrazione della Russia. Negli anni Sessanta, a Garabandal, avvertì: “La coppa si sta già riempiendo e, se non cambiamo, un castigo molto grande verrà su di noi”. E ancora, nel 1973 ad Akita, un altro avvertimento: “Se gli uomini non si pentono e non migliorano, il Padre infliggerà un terribile castigo a tutta l’umanità”.
Nemmeno una volta la Madonna è apparsa con una maglietta di Greenpeace, implorandoci di “salvare il pianeta”. Ma l’umanità e la Chiesa non hanno ancora ascoltato i suoi avvertimenti. Pertanto, possiamo tranquillamente affermare che sull’orologio dell’ira di Dio mancano solo cinque minuti alla mezzanotte.
E cosa stanno facendo Prevost e soci al riguardo? Chiamano la Chiesa al pentimento e alla santità? Predicano la verità cattolica al mondo e convertono i peccatori? Incoraggiano atti di penitenza e mortificazione? No.
In un messaggio di recente pronunciato dal cardinale Parolin alla Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP30), a nome del papa, Dio è stato ancora una volta relegato a una decorazione o a una nota a margine del loro spettacolo ecologico. Quella che è stata glorificata, invece, è la nuova religione del carbonio, del consenso e del clima. Ci è stato detto che la salvezza non verrà dalla Croce, ma dalla politica, e che la pace nascerà non dal pentimento, ma dalle energie rinnovabili.
Il messaggio alla COP30 era intriso di termini come “multilateralismo”, “cooperazione globale” e “una nuova architettura finanziaria incentrata sull’uomo”. Parlava sì di una “conversione”, ma limitata all’ambiente. L’appello alla “cura del creato” è nobile in sé, ma non è la missione della Chiesa. Qualsiasi sforzo slegato da Cristo e dall’ordine soprannaturale della grazia diventa solo un altro capitolo nel vano tentativo dell’umanità di salvare sé stessa. Ed è quindi destinato a fallire. L’uomo non può convertirsi riciclando; può essere convertito solo dalla grazia. Predicare una “conversione ecologica” senza la Croce significa dimenticare che tutta la creazione geme non a causa del carbonio, ma a causa del peccato. Il vero inquinamento non è nell’aria, ma nel cuore umano. Finché quella ferita non sarà guarita dal pentimento e dalla vita sacramentale, ogni vertice o accordo non sarà altro che una presa in giro di Dio, una presa in giro del nostro vero scopo: conoscere, amare e servire Lui, non il dio verde.
I santi non hanno mai parlato di “ecologia integrale”. Parlavano di metanoia, la trasformazione totale della vita alla luce della santità di Dio. San Francesco d’Assisi amava gli uccelli e i fiori non perché fossero specie in via di estinzione, ma perché riflettevano la gloria del Creatore che egli adorava nella povertà e nella penitenza. Il suo canto non era un inno alla Terra, ma un inno al Signore del Cielo e della Terra.
Eppure, ancora una volta, come ormai è consuetudine nella “chiesa” sinodale, il cielo è ammutolito e l’uomo è al primo posto. Il papa è diventato un burattino, un portavoce dell’Onu e del Wef. Cristo non viene menzionato nemmeno una volta. La fede è presentata semplicemente come un vago programma morale per l’armonia globale, indistinguibile dalla filantropia di uomini “buoni” che non credono.
“Queste sfide… richiedono cooperazione internazionale e un multilateralismo coeso e lungimirante che ponga al centro la sacralità della vita, la dignità donata da Dio a ogni essere umano e il bene comune”, ha detto Parolin ai fedeli di Gaia a nome del papa. Ma questo vocabolario fatto di “multilateralismo” e “cooperazione internazionale” non proviene dal Vangelo, bensì dal lessico massonico dell’Onu. La dignità umana e il bene comune vengono invocati ed elevati a uno status quasi divino, eppure la fonte soprannaturale di tale dignità – la redenzione in Cristo – è assente.
La dottrina sociale cattolica ha sempre insistito sul fatto che giustizia e pace sono frutti della santità. Senza il regno di Cristo nell’anima non può esserci regno di pace tra le nazioni. Papa Pio XI chiamò questa verità la regalità sociale di Cristo. Dove questa regalità viene negata, regna la confusione, la politica sostituisce la Provvidenza e l’uomo si intronizza come salvatore del pianeta.
L’amore cattolico per il creato è antico e reale. Siamo custodi, non sfruttatori, dei doni di Dio. Ma la custodia è secondaria rispetto al culto. La riverenza per il creato non deve mai eclissare l’adorazione del Creatore. Difendere la foresta dimenticando il Signore che l’ha creata è un grave errore.
Il discorso di Parolin è stato anche denso di appelli alla “pace”. “Che tutti i partecipanti a questa COP30 si impegnino a proteggere e custodire il creato affidatoci da Dio per costruire un mondo di pace”, ha detto il cardinale a nome del papa. Poi ha avvertito che “la pace è minacciata anche dalla mancanza del dovuto rispetto per il creato, dal saccheggio delle risorse naturali e dal progressivo declino della qualità della vita a causa dei cambiamenti climatici”.
Ciò che il papa non riesce a capire è che mentre lui e i suoi seguaci – e in realtà il mondo intero – alzano i pugni contro Dio con la loro nuova e sporca religione sodomita, stanno dichiarando guerra al Principe della Pace. “Quando infatti diranno: pace e sicurezza, allora una rovina improvvisa verrà loro addosso, come le doglie alla donna incinta, e non scamperanno” (1 Tessalonicesi 5:3).
Il mondo non ha bisogno di un contratto più verde, ma di un popolo più santo. Il mondo ha bisogno che la “chiesa” sinodale si penta nel cilicio e nella cenere e riprenda la sua vera missione: Salus animarum suprema lex, la salvezza delle anime è la legge suprema, non la salvezza da una crisi climatica inventata.
L’unica conversione autentica è la conversione del cuore: il ritorno di ogni anima a Dio attraverso la confessione, la penitenza e il Santo Sacrificio della Messa. Quando l’uomo è riconciliato con Dio, la creazione ritrova il suo ordine. Quando non lo è, la creazione geme.
La “chiesa” sinodale non è diventata altro che il braccio propagandistico spirituale del comunismo verde del Nuovo Ordine Mondiale.
Non è attraverso i trattati degli uomini che la terra sarà rinnovata, ma attraverso la grazia di Cristo: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose”, dice il Signore, non attraverso comitati, ma attraverso il Sangue dell’Agnello.
Madonna corredentrice, prega per noi!
Madonna mediatrice di tutte le Grazie, prega per noi!
Viva Cristo re!
radicalfidelity
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