lunedì 17 novembre 2025

L’ignoranza non è più una virtù


Papa Leone XIV – veglia di Pentecoste in Piazza San Pietro 07-06.2025 (screenshot)

Articolo scritto da Leonardo Lugaresi, pubblicato sul suo blog nella traduzione curata da Redazione Blog di Sabino Paciolla| (17 novembre 2025).



Leonardo Lugaresi

Due giorni fa, intervenendo all’inaugurazione dell’anno accademico della Pontificia Università Lateranense, papa Leone XIV, con parole semplici e pacate, com’è nel suo stile, ha corretto quel ‘culto dell’ignoranza’ che “aleggia” nella ‘chiesa ignorante’ dei nostri giorni.

«Il servizio accademico spesso non gode del dovuto apprezzamento, anche a motivo di radicati pregiudizi che purtroppo aleggiano pure nella comunità ecclesiale. Si riscontra a volte l’idea che la ricerca e lo studio non servano ai fini della vita reale, che ciò che conta nella Chiesa sia la pratica pastorale più che la preparazione teologica, biblica o giuridica. Il rischio è quello di scivolare nella tentazione di semplificare le questioni complesse per evitare la fatica del pensiero, col pericolo che, anche nell’agire pastorale e nei suoi linguaggi, si scada nella banalità, nell’approssimazione o nella rigidità. L’indagine scientifica e la fatica della ricerca sono necessarie. Abbiamo bisogno di laici e preti preparati e competenti. Perciò, vi esorto a non abbassare la guardia sulla scientificità, portando avanti una appassionata ricerca della verità e un serrato confronto con le altre scienze, con la realtà, con i problemi e i travagli della società».

A dire il vero, al contrario dell’obbedienza, a cui si riferiva la nota ed infelice sentenza donmilaniana che qui si è parodiata nel titolo, l’ignoranza non è mai stata una virtù nella chiesa, che, sin dai primordi, si è sempre sentita tanto magistra quanto mater. Tuttavia, da quando ha cominciato a prendere ferie, distacchi, congedi e aspettative, con la scusa che era “in uscita”, la maestra ha dato più volte l’impressione di prediligere nei suoi discepoli l’ignoranza, ed anzi di voler essere ignorante ella stessa per avvicinarsi a loro. Si può quindi dire che il richiamo del papa, per quanto sommesso nei toni, andrebbe preso come un segnale che ‘la ricreazione è finita’ ed è tempo di tornare a studiare. Per tutti, mica solo per gli studenti delle facoltà teologiche. La chiesa, infatti, il catechismo – che una volta si chiamava con lieta fierezza “la dottrina” – l’ha sempre imposto a tutti. Non si può essere cristiani senza sapere (meglio che si può!) che cosa si crede, a chi si crede e, soprattutto in Chi si crede.

Post scriptum. Ciò non toglie, naturalmente, che l’unica ignoranza virtuosa sia quella docta, di cui ben prima di Cusano parlava Agostino (e prima ancora era stata intravista da Socrate): l’ignoranza che sa di non sapere, quella che non possiede nulla ma desidera e mendica tutto perché ha piena cognizione della propria insufficienza. Ma quella ignoranza lì, ai comuni mortali richiede una vita di studi per poterla non dico raggiungere, ma almeno ammirare da vicino.





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