
24/06/2025
Città del Vaticano
Chiesa Cattolica Francia
Città del Vaticano - Nei giorni scorsi, precisamente il 19 e 20 giugno 2025, la Presidenza della Conferenza Episcopale Francese (CEF) è giunta in Vaticano per il consueto incontro con il Pontefice. Ma questa volta l’incontro aveva un peso particolare: è stato il primo incontro ufficiale della Presidenza con Papa Leone XIV, ma anche l’ultimo, giungendo alla vigilia della conclusione del loro mandato.
A guidare la delegazione: Mons. Éric de Moulins-Beaufort, arcivescovo di Reims e presidente della CEF, insieme a Mons. Vincent Jordy (Tours), Mons. Dominique Blanchet (Créteil), Mons. Hugues de Woillemont, e la sig.ra Céline Reynaud-Fourton, direttrice per gli Affari Istituzionali e Internazionali. La visita si è aperta con un incontro diplomatico presso l’ambasciata francese presso la Santa Sede e si è conclusa con un’udienza privata concessa dal Santo Padre, durante la quale è stato presentato il bilancio di sei anni di presidenza.
Temi affrontati: dalla sinodalità alla bioetica
Il resoconto fornito dalla stessa CEF menziona un ventaglio ampio di temi trattati: dalla lotta contro gli abusi all’aumento dei catecumeni, dalla formazione dei sacerdoti alle sfide bioetiche, passando per la solidarietà, l’ecologia, il dialogo interreligioso e – nota non secondaria – le comunità tradizionaliste.
Su quest’ultimo punto, non si entra nel dettaglio. Ma che venga esplicitamente indicato nel comunicato suggerisce che se ne sia parlato ed è un tema preoccupante. La domanda resta: i vescovi francesi ne hanno parlato per mettersi in ascolto o per diffondere i propri pregiudizi?
Papa Leone XIV ha voluto invece soffermarsi su tre nodi specifici: la crisi ecologica, la crescita dei catecumeni in Francia e la tensione internazionale.
Sorprende, però, che i vescovi francesi non abbiano richiamato l'attenzione su una delle vere emergenze della Chiesa francese: le vocazioni sacerdotali.
Un documento inquietante sulle ordinazioni 2025
In questi stessi giorni, la Conferenza Episcopale Francese ha pubblicato il suo report sulle ordinazioni presbiterali per l’anno 2025. Il contenuto del documento è drammaticamente chiaro: la crisi delle vocazioni sacerdotali in Francia è più acuta che mai.
Nel 2025, saranno ordinati soltanto 90 sacerdoti in tutta la Francia. Di questi, appena 64 sono sacerdoti diocesani, mentre 25 provengono da comunità o ordini religiosi. Senza queste ultime, molte diocesi sarebbero semplicemente senza ordinazioni. A salvare la situazione, ancora una volta, è la Comunità Saint Martin, che da sola porta 9 ordinazioni, distinguendosi per equilibrio, dinamismo pastorale e fedeltà alla liturgia secondo il Concilio Vaticano II.
Eppure, proprio questa comunità è sotto una visita apostolica inspiegabilmente avviata e tuttora in corso. Non è dato sapere il motivo, perché il motivo non c’è. Se non quello – sottaciuto ma evidente – che la Comunità Saint Martin funziona troppo bene per chi vorrebbe un clero stanco, amministrativo e senza fervore missionario. Il sospetto che si tratti di una visita “punitiva”, ideologica più che pastorale, è lecito. Ed è urgente che il Papa intervenga, non solo per chiudere una visita infondata, ma per proteggere le vocazioni autentiche da logiche curiali opache.
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