Card. Gerhard L. Muller (CNS photo/Paul Haring)
Di seguito l’articolo scritto dallo staff di Infovaticana, pubblicato su Infovaticana nella traduzione automatica curata da Sabino Paciolla (23 maggio 2025).
In una rivelatrice intervista concessa al giornalista Jonas Danner per il quotidiano tedesco Kontrafunk, il cardinale Gerhard Müller, prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha offerto un intervento incisivo. Durante la conversazione, il porporato ha passato in rassegna l’attualità ecclesiale e politica. Nel corso di un’ora ha affrontato temi di profonda rilevanza, chiarendo la sua visione teologica, pastorale e dottrinale sul futuro della Chiesa e sui pericoli che, a suo avviso, la minacciano. Il cardinale Müller analizza l’attualità ecclesiale con una prospettiva critica e fondata.
Sulla Messa tradizionale: «Non si devono causare ferite inutili»
Uno dei punti più significativi dell’intervista è stata la sua profonda riflessione sulla Messa tradizionale. È importante sottolineare che la restrizione di questa forma liturgica, imposta dalla Traditionis Custodes, ha causato ferite considerevoli all’interno della Chiesa. A questo proposito, il cardinale Müller ha affermato senza mezzi termini:
«Queste restrizioni hanno portato a inutili delusioni tra i fedeli, che avrebbero potuto essere facilmente evitate. Non si tratta di uniformare esternamente la Chiesa; al contrario, si deve cercare la vera unità. Questa unità è l’unità nella fede, non solo nella disciplina liturgica esteriore».
In questo senso, il cardinale ha ricordato l’espressione di Benedetto XVI. Il Papa emerito ha riconosciuto le due forme del rito romano. Per questo motivo, Müller ha scommesso decisamente su un ripristino dello spirito di Summorum Pontificum, sottolineando l’importanza di questa liturgia:
«La liturgia tradizionale non è un capriccio di nostalgici. Al contrario, rappresenta una forma valida di nutrimento spirituale per molti fedeli e deve essere rispettata».
Contro l’autoritarismo liturgico: «La Chiesa non è una caserma»
Inoltre, il cardinale Müller è stato particolarmente critico nei confronti dello stile di alcuni vescovi. Ha sottolineato che, nell’applicare le restrizioni liturgiche, hanno agito con un zelo eccessivo e poco pastorale:
«Ci sono stati coloro che hanno creduto di dover dimostrare la loro fedeltà al Papa essendo i più rapidi e severi nel proibire la Messa antica. Ma questo non è pastorale. Questo, fondamentalmente, non è cattolico. Questo è opportunismo mascherato da obbedienza».
E ha aggiunto con notevole forza e chiarezza:
«La Chiesa non è una caserma, e i vescovi non sono semplici comandanti. Sono, prima di tutto, pastori che devono guidare con carità, non imporre con rigidità».
Dottrina e pastorale: due facce della stessa verità secondo il cardinale Müller
Un altro passaggio particolarmente illuminante dell’intervista è stata la sua analisi dettagliata dei documenti ambigui del pontificato precedente. Il cardinale ha fatto specifico riferimento ad Amoris Laetitia e, più recentemente, a Fiducia supplicans:
«Questi documenti, a mio avviso, sono stati redatti con un’ambiguità calcolata. Apparentemente, non vogliono negare la dottrina stabilita; tuttavia, introducono pratiche pastorali che in realtà la contraddicono apertamente. Ciò è inaccettabile dal punto di vista dottrinale. La pastorale non può andare contro il dogma, perché il Buon Pastore e il Maestro della Verità sono la stessa identica persona: Gesù Cristo».
Contro l’ideologia di genere: «Una minaccia anticristiana e antiscientifica»
Il cardinale ha dedicato un ampio commento anche alle ideologie contemporanee. Egli ritiene che queste siano incompatibili con la fede cristiana e la ragione naturale. In particolare, riguardo all’ideologia di genere, il cardinale Müller ha affermato:
«L’ideologia di genere è profondamente anticristiana e, inoltre, antiscientifica. Nega l’evidente realtà biologica dell’essere umano. Pretende, inoltre, di riconfigurare l’uomo secondo desideri puramente soggettivi. Ciò non ha alcun posto nell’antropologia cristiana né in alcuna ragione filosofica seria e ben fondata».
Müller ha inoltre denunciato con preoccupazione che anche alcuni settori all’interno della Chiesa stessa stanno promuovendo testi con questo approccio così problematico:
«Le recenti linee guida pastorali in Germania, che promuovono la benedizione di coppie con qualsiasi identità di genere, non solo sono eretiche nella loro concezione, ma anche un chiaro tradimento del mandato pastorale che i vescovi hanno solennemente promesso di adempiere».
Avvertimento sul Sinodo tedesco: «Un progetto eretico»
Il cardinale Müller è stato particolarmente severo nel parlare del controverso processo sinodale tedesco. Lo ha definito senza mezzi termini, usando termini molto diretti, come una grave deviazione:
«Questo cosiddetto cammino sinodale tedesco sta purtroppo promuovendo eresie ecclesiologiche e dottrinali. Si sta cercando di imporre una struttura parlamentare alla Chiesa cattolica, il che contraddice fondamentalmente la sua natura sacramentale e apostolica, ricevuta da Cristo».
E ha aggiunto con profonda convinzione:
«Non si tratta in alcun modo di un autentico rinnovamento nello Spirito Santo. Sembra piuttosto una colonizzazione ideologica che emerge dall’interno. I vescovi che collaborano attivamente a questo piano stanno, a mio avviso, tradendo la loro sacra missione apostolica».
Democrazia, libertà e persecuzione ideologica in Germania
Nella parte finale dell’intervista, il cardinale ha affrontato con visibile preoccupazione l’attuale situazione politica in Germania. Ha criticato quella che percepisce come una pericolosa deriva autoritaria nel dibattito pubblico:
«La democrazia è seriamente in pericolo quando diventa uno strumento per mettere a tacere il dissenso. L’opinione politica, anche se minoritaria o impopolare, non può essere criminalizzata in nessun caso. Non si può trattare come un criminale chi semplicemente si oppone all’ideologia dominante».
E ha concluso la sua analisi con un monito forte e riflessivo:
«Coloro che gridano più forte contro il fascismo sono spesso, paradossalmente, i primi a utilizzare i suoi stessi metodi. La Chiesa, quindi, deve essere testimone critica e coraggiosa di fronte a ogni forma di oppressione e totalitarismo».
Sul profilo umano e spirituale di Papa Leone XIV
Riguardo al nuovo Pontefice, il Cardinale Müller si è espresso riconoscendo importanti qualità naturali e spirituali in Papa Leone XIV. Egli ha affermato:
«La grazia presuppone sempre la natura; la purifica, la eleva e, infine, la perfeziona. […] Credo fermamente che il nostro nuovo Papa possedesse già queste qualità umane fondamentali e, di fatto, le ha dimostrate in modo eclatante nei suoi molteplici e vari ruoli precedenti».
Egli sottolinea anche la sua preziosa esperienza sia a livello istituzionale che geografico, che considera un importante punto di forza:
«È stato eletto due volte superiore generale degli Agostiniani. […] Questa doppia elezione dimostra chiaramente che i suoi confratelli religiosi avevano piena fiducia nel suo stile di leadership, equilibrato e dialogante».
«Appartenendo sia al Nord America che all’America Latina, Sua Santità conosce a fondo e dall’interno entrambe queste culture così ricche e diverse».
Il cardinale Müller ha inoltre sottolineato la sua notevole capacità linguistica e il suo valore intrinseco come vero ponte tra culture diverse:
«Parla correntemente inglese, spagnolo, portoghese, francese… Questo lo rende senza dubbio un ponte naturale verso l’Europa e, per estensione, verso il mondo intero».
Missione del Papato
Infine, il Prefetto emerito ha ricordato il ruolo fondamentale e la missione essenziale del papato, al di là delle persone:
«Non si tratta di imporre al Santo Padre programmi propri o particolari. La sua missione primaria, ricevuta da Gesù Cristo, è quella di rafforzare i fratelli nella fede, come indica chiaramente il mandato esplicito dato all’apostolo Pietro da Gesù Cristo stesso».
Infovaticana
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