mercoledì 15 ottobre 2025

Card. Sarah: «Abbiamo trasformato la Messa in un campo di battaglia! E profaniamo l’Eucaristia.»



In un’intervista esclusiva concessa a Tribune Chrétienne, realizzata a Roma giovedì 9 ottobre 2025, il cardinale Robert Sarah è tornato sulle grandi sfide spirituali e morali del nostro tempo, ricordando con forza i fondamenti immutabili della dottrina cattolica

Di Sabino Paciolla, 15 ottobre 2025


Nel corso di un intenso scambio di opinioni di rara intensità spirituale, il cardinale guineano ha affrontato a turno le questioni dell’aborto, della fede nella vita pubblica, della liturgia, della crisi morale dell’Occidente e delle derive liturgiche in Africa.

Il cardinale ha innanzitutto tenuto a ricordare la posizione ferma e costante della Chiesa sulla difesa della vita:

«Il Concilio Vaticano II ha definito l’aborto un grave crimine, un crimine abominevole. Questa è la posizione ufficiale della Chiesa».

Riferendosi poi alla situazione francese, ha denunciato con vigore l’inserimento dell’aborto nella Costituzione:

«Inserire l’aborto nella Costituzione significa schernire Dio, prendersi gioco di Dio. In quanto Paese cristiano, inserire l’aborto nella Costituzione è un insulto diretto a Dio».

Dopo aver condannato la cultura della morte che sta corrompendo l’Occidente, il cardinale ha voluto sottolineare i segni di speranza provenienti da altri luoghi, in particolare dagli Stati Uniti. Affrontando la questione del presidente americano Donald Trump, ha salutato la sua decisione di riportare la fede al centro della vita pubblica:

«Escludere Dio dalla società significa suicidarsi. […] Accolgo con favore la decisione di Trump di riportare Dio al centro della vita pubblica».

Sulla stessa linea, il cardinale Sarah ha evocato gli attacchi alla libertà di espressione e la violenza ideologica che si sta diffondendo nel mondo occidentale. Riguardo all’omicidio di Charlie Kirk, ha espresso la sua indignazione:

«Viviamo in una democrazia, ma non vogliamo che qualcuno abbia un linguaggio diverso dal nostro? Tutti sono stati colpiti da questo omicidio. In un Paese civile, è orribile». 

Proseguendo la sua riflessione sulla dignità umana, il cardinale ha affrontato la questione dell’eutanasia con la stessa chiarezza dottrinale:

«Nessun governo, nessuna autorità ha il diritto di decidere della vita o della morte di qualcuno. Non hanno alcun diritto di farlo. […] Lo condanno fermamente.»

Interrogato su alcune polemiche che lo riguardano, il cardinale ha tenuto a ribadire la purezza della sua missione spirituale.

«Io non mi pronuncio mai in materia di politica. […] Sono una voce di Dio, tutto qui. […] Alcuni possono strumentalizzare e trarre vantaggio da ciò che dico, ma la mia parola non è la parola di un partito».

Tornando poi alla missione universale della Chiesa, il cardinale Sarah ha ricordato che essa non può essere ridotta a una causa o a un’ideologia particolare:

«La Chiesa è una sposa e una madre. […] Non è né per i poveri né per i ricchi, è la madre di tutti i popoli. Bisogna evitare queste qualificazioni della Chiesa che hanno un carattere politico e ideologico.»

In linea con la sua difesa della verità dottrinale, il cardinale si è espresso anche sulla questione del sacerdozio femminile:

«Questa questione è stata definitivamente risolta da Giovanni Paolo II: non esiste il sacerdozio femminile. […] La Chiesa non ha alcun potere di creare sacerdoti donne.»

Proseguendo sul terreno dottrinale, ha insistito sulla fedeltà che la Chiesa deve al deposito della fede:

«Ciò che la Chiesa deve insegnare è l’insegnamento del magistero, non dei teologi. La dottrina può evolversi, ma deve mantenere la stessa natura.»

Affrontando poi la delicata questione degli abusi nella Chiesa, il cardinale Sarah ha voluto rimettere il dibattito nella giusta prospettiva: 

«È triste e doloroso, ma il rapporto mostra che solo il 3% ha commesso questo tipo di atti. […] Penso che si stiano un po’ esagerando i reati gravi. È un modo per zittire la Chiesa e dire: “Stai zitta, perché anche tu sei cattiva”».

Passando a un argomento che gli sta particolarmente a cuore, il cardinale si è espresso sull’attuale crisi liturgica e sul Motu Proprio Traditionis Custodes.

«Abbiamo trasformato la Messa in un campo di battaglia! E profaniamo l’Eucaristia. […] I cristiani che oggi praticano la fede sono quelli che vanno alla Messa tradizionale. Perché proibirglielo? Al contrario, bisogna incoraggiarli».

E ha aggiunto con fiducia:

«Penso che Papa Leone XIV agirà in questo senso».
 

Affrontando le derive morali che colpiscono alcuni ambienti ecclesiali, il cardinale ha denunciato senza mezzi termini: 

«La cosa peggiore è che hanno introdotto la bandiera LGBT nella basilica. Per me è un insulto a Dio, è un’aggressione fisica a Dio». Poi ha precisato:

«Ogni persona deve essere rispettata, ma ogni persona deve anche rispettare le leggi e la dottrina della Chiesa. […] Ammettere che due persone dello stesso sesso si uniscano non ha senso».

Tornando a una prospettiva più ampia, il cardinale Sarah ha fatto una lucida constatazione sulla scristianizzazione europea:

«La persecuzione fisica che subiscono alcuni popoli in Africa o in Asia è meno grave della persecuzione ideologica che subite in Occidente. […] I vostri valori cristiani vengono anestetizzati.»


E avverte:

«Non è perché uno Stato è laico che deve tagliare le sue radici. Non possiamo negare le nostre radici cristiane».

Riferendosi alla questione migratoria, il cardinale Sarah ha invitato a coniugare carità e verità evangelica:

«I migranti vengono in Europa perché pensano che arrivando qui si abbia tutto, si abbia il paradiso… Ma aiutiamoli a svilupparsi nei loro paesi affinché rimangano a casa loro».

E cita Benedetto XVI:

«Se date solo pane ai vostri poveri, non avete dato nulla. Se accogliete i migranti, date loro Dio e la vostra fede».»

Affrontando la questione ecologica, il cardinale mette in guardia da ogni confusione tra fede e ideologia:

«La natura, il mondo e il creato sono opera di Dio. Non bisogna trasformare la natura in una dea. […] Durante il sinodo sull’Amazzonia, è stato introdotto un idolo nella basilica. […] Oggi introduciamo un idolo nella Chiesa? Quale conversione ideologica cercate? »

Interrogato sulle prospettive del pontificato di Leone XIV, il cardinale Sarah invita a una conversione personale prima di qualsiasi riforma strutturale:

«Diamogli tempo, ma non è lui che deve cambiare tutto. […] Il vero cambiamento è in ciascuno di noi. »

Affrontando infine la situazione ecclesiale, il cardinale esprime una parola di speranza:

«Quando si guarda alla Chiesa di Francia e la si confronta con quella di Germania, Olanda o Belgio: ritenetevi felici! Bisogna lodare la Chiesa di Francia rispetto al clima europeo.»

Il cardinale ha anche messo in guardia contro alcune derive liturgiche nel continente africano:

«Sono un cristiano africano, sono prima di tutto figlio di Dio prima di essere africano. Non bisogna confondere la cultura con il culto. Ciò che è culturale non è cultuale. […] Con questo (queste derive), distruggeranno la Chiesa in Africa.»

Il cardinale conclude questa intervista con una preghiera piena di umiltà e fede:

«Che Dio mi renda un santo sacerdote al servizio della Chiesa e al servizio del Signore. Preghiamo per i sacerdoti che oggi si trovano in difficoltà e affinché i vescovi siano vicini ai sacerdoti.»

Si conclude così questa intervista esclusiva realizzata a Roma, di rara densità e animata dalla luminosa verità della fede del cardinale Robert Sarah.






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